NetApp, nuovi legami tra business e tecnologia

La società presenta le prediction per il 2019: “Cinque trend cui rispondiamo con il nostro data fabric”.

“Dietro ogni tendenza siamo in grado di proporre soluzioni specifiche grazie all’investimento realizzato in questi anni e al nostro data fabric per collegare core, edge e cloud”. Con queste parole, Roberto Patano, senior manager solution engineering di NetApp Italia, ha presentato le prediction per il 2019 elaborate da Atish Gude, il chief strategy officer della società a livello mondiale. Cinque tendenze che rappresentano anche cinque necessità per le aziende, frutto del legame sempre più stretto tra business e tecnologia. Intelligenza artificiale, cloud, Internet of Things, servizi IT, containerizzazione: questi i pilastri su cui si basano i trend individuati da NetApp per un quadro in continua evoluzione in cui gli sviluppatori avranno “la necessità di creare nuovi paradigmi e tecnologie attraverso cui perseguire un vantaggio competitivo a lungo termine”.

I trend

Roberto Patano, senior manager solution engineering di NetApp Italia

Gude, in particolare, indica che nel 2019 l’intelligenza artificiale si svilupperà rapidamente, elaborando enormi quantità di dati, la maggior parte dei quali sarà nei cloud pubblici. In ambito IoT, invece, i dispositivi edge diventeranno più intelligenti e capaci di prendere decisioni in tempo reale: “Con l’avvento del 5G – ha spiegato – non sarà più possibile attendere che i dati facciano il giro su un cloud o un data center e tornino indietro” e di conseguenza la loro elaborazione dovrà avvenire vicino al consumatore. La richiesta di servizi IT altamente semplificati determinerà inoltre la continua astrazione delle risorse IT e la trasformazione dei servizi di dati in commodity.

Per quanto riguarda il cloud, invece, l’ibrido e il multicloud saranno le architetture IT predefinite per la maggior parte delle organizzazioni di grandi dimensioni, mentre quelle più piccole sceglieranno di affidarsi a un singolo cloud provider. L’orchestrazione cloud basata su container, infine, secondo Gude consentirà lo sviluppo di applicazioni di cloud ibrido. “I container promettono, tra le altre cose, la libertà dal lock-in del fornitore: mentre le tecnologie di containerizzazione come Docker continueranno ad avere rilevanza, lo standard de facto per lo sviluppo di applicazioni multicloud sarà Kubernetes – ha concluso. Le nuove tecnologie di orchestrazione cloud basate su container consentiranno lo sviluppo di applicazioni hybrid cloud, il che significa che verranno sviluppate nuove applicazioni per casi d’uso sia pubblici che onpremise: non più applicazioni di trasferimento da un ambiente all’altro”. V.V.


Vincenzo Virgilio

Giornalista pubblicista, laureato in Scienze Politiche, dal 2005 ha scritto per diverse testate e ha svolto attività di ufficio stampa e comunicazione nella pubblica amministrazio...

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