OVHcloud, prima dell’estate apre la local zone italiana

L’ importante piano di investimenti annunciato vedrà l’apertura di un data center in co-location a Milano e spingerà in direzione public cloud e Move to Paas

Unico cloud provider europeo nella Top 10 mondiale, OVHcloud ha annunciato un importante piano di investimenti per continuare a crescere sul mercato. Un’accelerazione che passa soprattutto dal rafforzamento dell’offerta public cloud e dal Move to Paas, continuando a fare leva su alcuni elementi che l’azienda considera sue unicità sul mercato. “Ai nostri clienti garantiamo un cloud sovrano, con il migliore rapporto price-performance, offriamo un’ampia gamma di prodotti e servizi, siamo sostenibili e possiamo fare leva su ecosistemi locali estremamente solidi” afferma John Gazal, vicepresidente Southern Europe e Brasile di OVHcloud (nella foto), sottolineando l’importanza strategica di una recente acquisizione, quella della tedesca Gridscale, per proseguire la sua corsa sul mercato. Un’operazione che le consentirà di aprire in tre anni 150 local zone in tutto il mondo, di cui 15 già quest’anno in Europa e America. Di queste fa parte la local zone italiana che aprirà prima dell’estate a Milano, mentre quelle di Madrid e Bruxelles sono già state varate. “Per la prima volta dopo 16 anni di presenza in questo Paese, offriremo ai nostri clienti la possibilità di tenere i dati in Italia” rimarca Gazal, portando all’attenzione un aspetto fondamentale dei dati gestiti a livello locale: “Sul mercato c’è confusione sul concetto di local zone: non è sufficiente, infatti, che i dati siano in Italia per avere tutte le garanzie europee. Se l’hyperscaler è americano, rispetterà la legge americana”. Dal data center italiano inizialmente saranno erogati servizi storage, di networking, di calcolo e gestione Kubernetes. Ma l’intenzione è di ampliare progressivamente l’offerta, continuando ad assicurare ai clienti i benefici delle local zone OVHcloud, ossia bassa latenza, elevata disponibilità e garanzie sul trattamento dei dati.

Il public cloud come motore di crescita

Il piano di investimenti arriva a seguito di un 2023 in forte crescita, chiuso con un volume di ricavi pari a 897 milioni di euro. La cifra è il risultato di un consolidamento di OVHcloud in tutte gli ambiti di business in cui opera. Nel mercato private cloud, che contribuisce per il 60% alle revenue mondiali dell’azienda, OVHcloud è cresciuta del 15% nel 2023 in un mercato che ha registrato un incremento medio del 10%. In questo segmento l’azienda è il primo provider in Europa e nella Top 5 a livello mondiale. Nel mercato del Web cloud OVHcloud è, invece, al secondo posto in Europa e al sesto in Italia. “Il 20% delle nostre revenue è generato in questo ambito, dove abbiamo registrato una crescita del 6% a livello globale rispetto a un mercato in espansione del +5% nel 2023” puntualizza Gazaal, tornando a specificare che in prospettiva sarà comunque il public cloud a costituire l’elemento centrale di crescita di OVHcloud a livello mondiale e per l’Italia. E questo non solo per la sua dimensione, ma anche per il suo tasso di crescita e le opportunità di differenziazione. “In questo ambito cresciamo del 21% rispetto a un mercato in progressione del 20%” sottolinea il vicepresidente, spiegando quanto il punto dell’innovazione sia assolutamente centrale per OVHcloud nella battaglia contro gli hyperscarler americani. Un’innovazione aggregata attorno a tre elementi chiave: sicurezza, sostenibilità e prodotti.

Per quanto riguarda il primo punto, l’azienda vanta le più stringenti certificazioni europee e già anni fa ha presentato l’Hyper Resilience Plan per rafforzare la sicurezza dei suoi 40 data center nel mondo: un piano da 30 milioni di euro in 3 anni. Come richiesto dai clienti, è già disponibile poi la prima applicazione dello standard tripla-replica dei dati a Parigi con tre data center a 30 km di distanza. Per quanto riguarda la sostenibilità, Gazaal osserva come il business model di OVHcloud sia sostenibile by design dal momento che l’azienda fabbrica i suoi server e ciò significa che può intervenire sull’ottimizzazione di tutte le voci all’interno di un data center. “Di recente abbiamo anche annunciato il Carbon Calculator, uno strumento gratuito che calcola l’impatto end-to-end dei servizi bare-metal, un calcolo che dall’estate sarà applicabile anche ai servizi public cloud” specifica Gazaal. Questo conteggio permette di mappare le emissioni dirette e indirette dei servizi cloud, vale a dire dei consumi dei sistemi di raffreddamento e di rete dei data center, oltre a quelle dell’intera supply chain (dalla produzione dell’hardware al trasporto fino alla gestione dei rifiuti collegati).

Un ecosistema di partner solido e in espansione

L’intero ecosistema è suddiviso in più gruppi: startup scalers, software vendor e partner, tutti affiancati con programmi specifici. Ai primi è indirizzato un programma che li aiuta a crescere erogando crediti da 10 a 100k euro l’anno. I software vendor beneficiano, invece, del un programma Open Trusted Cloud, che li aiuta a differenziarsi sul mercato. I partner, infine, sono gestiti grazie a un partner program rivolto a system integrator, Var e MSP, cui vengono forniti incentivi finanziari e formazione “Non ci sono fee d’ingresso, il programma è completamente open e offre certificazioni gratuite sui prodotti, accessibili attraverso il nostro portale dedicato ai partner” afferma Dionigi Faccenda, partner program manager Italia di OVHcloud Italia, ricordando come questo gruppo di operatori sia composto a livello globale da 1.350 partner, di cui un centinaio attivi in Italia. “Per la maggior parte sono system integrator orientati all’integrazione e alla gestione infrastrutturale” osserva Faccenda, sottolineando come all’ecosistema italiano se ne siano aggiunti una ventina nell’ultimo anno: integratori IT anche piccoli che lavorano al ripensamento delle infrastrutture IT dei clienti, facendo anche adottare tecnologie come AI, Kubernetes e Db as-a-service. Tecnologie su cui le aziende non dispongono di skill interni e per questo devono cercare competenze al di fuori.


Claudia Rossi

Giornalista professionista, dal 1993 scrive di tecnologie ICT analizzando l’impatto dell’innovazione sul business di tutti gli attori in gioco: dai vendor tecnologici agli utenti, passando per gli operatori di cana...

Office Automation è il periodico di comunicazione, edito da Soiel International in versione cartacea e on-line, dedicato ai temi dell’ICT e delle soluzioni per il digitale.


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