FINIX Technology Solutions, il nuovo hub dell’innovazione

L’obiettivo è affiancare alla commercializzazione in esclusiva per il mercato italiano dei prodotti Fujitsu soluzioni sviluppate da start up innovative, privilegiando quelle Made in Italy.

Assumere la responsabilità di una azienda in fase di trasformazione in pieno lockdown non è certo stato facile, ma Danilo Rivalta, da marzo CEO di FINIX Technology Solutions, ha affrontato con coraggio e determinazione la situazione. “È stato impegnativo, certo”, ha esordito, “ma ne abbiamo approfittato per prendere una serie di decisioni tattiche e strategiche che hanno l’obiettivo di sottolineare il nuovo posizionamento di FINIX, che oltre a commercializzare in esclusiva per il mercato italiano le soluzioni Fujitsu intende posizionarsi come hub di innovazione, selezionando e portando sul mercato soluzioni tecnologiche in grado di contribuire alla realizzazione di progetti di successo grazie alla competenza e alla professionalità dei nostri esperti e del vasto ecosistema di business partner che ci affianca da anni”.

Il cambio delle sedi di Milano e Roma e la definizione di tutti gli aspetti legati alla transizione da filiale di una grande multinazionale ad azienda indipendente totalmente italiana – ricordiamo che lo switch risale solo allo scorso settembre – rientrano tra le decisioni di tipo tattico, mentre la scelta dei segmenti di mercato da seguire più da vicino possono essere annoverate tra quelle strategiche. “Abbiamo deciso di focalizzarci in particolare su Intelligenza Artificiale, Internet of Things e Cyber Security perché riteniamo che siano gli ambiti che nel medio-lungo periodo registreranno i trend di crescita più consistenti”, prosegue Rivalta. “Senza per questo perdere di vista l’evoluzione del portafoglio Fujitsu, costantemente aggiornato, e continuando a investire anche sul fronte dei servizi”.

Le start up al centro

 
Danilo Rivalta, CEO di FINIX Technology Solutions

Rivalta, che vanta una consolidata esperienza all’interno sia dell’industria IT sia del mondo delle start up, è convinto che l’Italia non abbia nulla da invidiare al resto del mondo in termini di creatività e capacità tecnologiche, “ma molto spesso – commenta – non riesce a imporsi sul mercato perché mancano le capacità commerciali, di marketing e di comunicazione in grado di trasformare le idee e i prototipi in soluzioni vincenti e quindi raggiungere in maniera efficace i target di riferimento. È qui che entra in gioco FINIX, che mette in campo il suo ecosistema, le sua capacità di deployment, educational e marketing per illustrare in modo rapido ed esaustivo le novità attraverso tutti i media disponibili: webinar, social, stampa, newsletter e – speriamo presto – eventi live”. Vediamo allora le prime start up che FINIX ha inserito nel proprio portafoglio.

Ulisse, Morphisec, Algho e Briki

Il primo accordo di collaborazione è stato siglato con la start up italiana Lanp per la distribuzione sul mercato di Ulisse, una avanzata soluzione di customer analytics che si propone di supportare tutte le aziende che hanno esigenze di controllo accessi e – al tempo stesso – ottenere il massimo nell’analisi dei dati relativi al comportamento dei visitatori. Ulisse poggia su un innovativo sistema di analisi dei flussi di persone negli spazi fisici basato su un modello IT-free brevettato. Utilizza una tecnologia basata su sensori IoT a bassa complessità e su algoritmi avanzati di IA mediante i quali è possibile ottenere facilmente tutta una serie di KPI mirati.

Il cuore delle ricerche legate alla cyber security è Israele, ed è lì che è stata sviluppata Morphisec, la seconda ‘scoperta’ di FINIX. Si tratta di una soluzione che offre protezione endpoint avanzata grazie a una tecnologia brevettata battezzata ‘Moving Target Defense’ in grado di contrastare maleware, in-memory exploits, attacchi zero days e fileless poiché tiene i dati ‘in movimento’ modificando costantemente lo spazio di memoria, il principale obiettivo degli attacchi evoluti. Morphisec consente di fare a meno dei meccanismi di killchain o sandboxing, superando anche il concetto di analisi euristica.

Permettere alle aziende di creare autonomamente un assistente virtuale avanzato facendo leva sulle più avanzate tecnologie di intelligenza artificiale e natural language recognition è invece l’obiettivo della piattaforma Algho sviluppata dalla start up italiana QuestIT. Gli assistenti virtuali creati con Algho riescono a comprendere le richieste che gli utenti formulano in linguaggio naturale, sia scritto che parlato, e danno vita in modo totalmente autonomo a conversazioni fluide per incrementare l’efficienza dei processi aziendali e la gestione del servizio clienti. All’inizio di luglio è stata infine siglata una partnership con l’azienda svizzera Meteca, la cui fondatrice vanta una lunga esperienza in Arduino, per accelerare la penetrazione di mercato di Briki, piattaforma che offre un più veloce processo di sviluppo dall’idea al prodotto, pienamente compatibili con le piattaforme di prototipazione più usate dai makers. Si tratta di una soluzione hardware e software modulare che permette di velocizzare i processi di prototipazione e realizzazione di progetti IoT complessi e di nuova generazione in campo industriale.

Ed è solo l’inizio.


A cura della redazione

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