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Le PMI italiane sottovalutano i rischi di attacchi informatici

Secondo il Cisco Cybersecurity Readiness Index 2025 il 95% delle piccole e medie imprese ritiene che le proprie difese cyber siano sufficienti

Le piccole e medie imprese italiane, ossia le aziende con meno di 250 dipendenti, risultano ancora impreparate a fronteggiare i cyberattacchi, e di conseguenza esposte a rischi informatici significativi. Secondo il Cisco Cybersecurity Readiness Index 2025, phishing, ransomware e attacchi basati sull’intelligenza artificiale rivolti alle reti aziendali sono in costante aumento. E in questo quadro le PMI sono particolarmente vulnerabili perché spesso non dispongono delle risorse necessarie per implementare misure di sicurezza complete. A questo si aggiunge una tendenza a sottovalutare la probabilità di essere vittime di un attacco informatico.

Per il Cybersecurity Readiness Index 2025 sono stati intervistati 8.000 decision-maker di sicurezza informatica a livello mondiale, di cui 199 in Italia, e in occasione del Cybersecurity Awarness Month, Cisco ha analizzato i dati dell’Italia per approfondire lo scenario di sicurezza IT delle PMI.

Una PMI su tre ha subito un attacco nell’ultimo anno

Uno dei dati che spiccano in questa analisi è che il 33% delle PMI italiane ha subito almeno un attacco nell’ultimo anno, rispetto al 38% delle aziende più grandi.

“Le piccole e medie imprese non possono più permettersi di sottovalutare la sicurezza informatica. Le difese di base non sono sufficienti di fronte ad attacchi sempre più sofisticati, spesso potenziati dall’intelligenza artificiale. Un singolo attacco può bloccare le operazioni quotidiane, danneggiare la reputazione, esporre l’azienda a conseguenze legali e, nei casi più gravi, persino portare alla chiusura dell’attività”, dichiara in una nota Renzo Ghizzoni, Country Leader Sales Security di Cisco Italia.

I dati positivi: intenzioni di aggiornamento e aumenti di budget

Per fortuna le PMI italiane stanno accelerando la loro trasformazione digitale: il 30% prevede di completare una modernizzazione totale dell’infrastruttura IT entro i prossimi due anni. Tra le priorità emerge in modo chiaro la sicurezza informatica: il 97% delle PMI intende aggiornare o ristrutturare le soluzioni di cybersecurity nello stesso periodo.

Anche l’AI si conferma un’area di investimento strategico: il 44% delle imprese, indipendentemente dalla dimensione, punta a introdurre sistemi basati su AI. Negli ultimi due anni, il 21% delle PMI ha aumentato in modo significativo il budget dedicato alla sicurezza informatica, rispetto al 29% delle grandi aziende, a testimonianza di una crescente consapevolezza dell’importanza di proteggere i propri asset digitali.

Le PMI italiane sopravvalutano le proprie capacità di difesa

C’è tuttavia un dato che preoccupa più degli altri: nonostante le capacità difensive ancora limitate, le PMI italiane sembrano sicure delle proprie difese. Il 95% ritiene che la propria infrastruttura IT sia sufficiente per resistere a eventuali attacchi informatici nel prossimo futuro. Un ottimismo che rischia di far sottovalutare i pericoli reali e la necessità di rafforzare continuamente le misure di sicurezza.

La sensazione di sicurezza diffusa tra molte PMI italiane è spesso illusoria. Troppi imprenditori sottovalutano la velocità e la sofisticazione degli attacchi informatici moderni. Chi non investe oggi in protezione digitale rischia di subire danni gravi e duraturi”, avverte Ghizzoni.

C’è poi un problema strutturale che riguarda l’intero sistema: la carenza di specialisti IT colpisce l’80% delle piccole e medie imprese e il 70% delle grandi aziende. Nonostante questa criticità, solo il 33% delle PMI ha in programma attività di formazione o nuove assunzioni, rispetto al 39% delle imprese più grandi, lasciando aperta una significativa vulnerabilità nel lungo termine.

La crescente complessità delle infrastrutture di sicurezza IT rappresenta infine una sfida per tutte le imprese, grandi e piccole. Il 55% delle PMI utilizza tra 11 e 40 soluzioni diverse per proteggersi, e il 63% degli intervistati ritiene che questa frammentazione riduca l’efficacia complessiva delle difese.

Cisco, PMI, Sicurezza


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