DXC Technology: “L’approccio ‘cloud first’ non ha funzionato”

Secondo la società meglio privilegiare la scelta del modello operativo guardando all’efficienza e all’allineamento al business.

65.000 flussi di lavoro migrati nel cloud ogni anno e, nello stesso tempo, 15.000 applicazioni legacy trasformate. Sono questi i numeri che accreditano DXC Terchnology come uno dei player che oggi giocano in pieno la partita della trasformazione digitale per ogni tipologia di azienda privata ed ente pubblico.
La società a livello globale è presente in 70 Paesi con oltre 130.000 dipendenti per un fatturato di 16,3 miliardi di dollari, dato anno fiscale 2022, mentre opera in Italia con 2.500 dipendenti e 500 milioni di euro di fatturato divisi a metà tra settore pubblico e aziende private.

Eugenio Bonomi, amministratore delegato di DXC Technology

Nata dalla fusione nel 2016 tra CSC e la divisione servizi di HPE, che in precedenza aveva inglobato EDS, in Italia il business principale del nuovo soggetto era l’outsourcing tradizionale aperto alle esigenze di trasformazione dei clienti solo nelle fasi di rinnovo dei contratti. “Oggi lo scenario è completamente cambiato e la domanda di flessibilità è in continua crescita – conferma Eugenio Bonomi, amministratore delegato di DXC Technology Italia. In questo contesto il nostro messaggio è che ognuno può giocare un ruolo da game changer nel proprio mercato di riferimento posizionando il suo business con agilità sulle opportunità più promettenti”.

In cerca di best practice

In questo scenario va da sé che il fattore trasformativo più importante oggi è proprio il cloud verso il quale DXC Technology mantiene comunque un approccio ‘laico’: “La visione ‘cloud first’ come scorciatoia per ridisegnare da zero i sistemi informativi non ha funzionato – dichiara Bonomi. Noi preferiamo parlare di ‘cloud right’: scegliere la modalità migliore con cui operare, on premise, cloud privato e pubblico, privilegiando la soluzione più efficiente per allinearsi agli obiettivi di business”.

Nicola Mangia, Italy public sector general manager di DXC Technology

Rimane il fatto che attualmente la principale problematica è la trasformazione delle applicazioni legacy dove a oggi la definizione di best practice consolidate rimane un obiettivo non ancora raggiunto. “Il nostro competence center di Bari ha sviluppato una soluzione per il journey to cloud – racconta Nicola Mangia, Italy public sector general manager della società. Come primo passo la nostra piattaforma ‘incapsula’ l’applicazione legacy per farla lavorare in modalità Infrastrucutre as a Service e da qui si procede con la trasformazione del software. Questo modello ha permesso la migrazione in cloud delle applicazioni che giravano sullo storico mainframe del Comune di Milano; questa esperienza oggi è una best practice internazionale che può essere utilizzata da tutte le altre filiali di DXC Technology nel mondo”.


Ruggero Vota

Con una solida formazione informatica e dopo un’esperienza triennale in software house, nel 1986 inizia l’attività giornalistica su riviste del settore ICT, mensili e settimanali. Dal 2012 è Caporedattore delle riviste ICT di Soi...

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