Il valore dell’AI per le aziende

Per coglierne i benefici servono fiducia, nuove competenze e una risposta veloce alle questioni legali ancora aperte.

L’intelligenza artificiale bussa alle imprese del nostro Paese e chiede fiducia, capacità di coglierne le opportunità in termini di business con uno sguardo lungimirante e nuove competenze. Interroga le aziende, ma anche le istituzioni, chiamate a fare luce sulle zone d’ombra che questa ‘rivoluzione’ porta con sé, a regolamentare ciò che ancora non è regolamentato, a livello di rischi e responsabilità. È quanto emerso durante “Intelligenza artificiale e business application”, l’evento organizzato a Milano da Soiel International che ha riunito esperti di diverse società che ogni giorno lavorano alla digital transformation delle imprese italiane.

La decision intelligence

Un incontro partito da una domanda: in che modo passare dai dati alle decisioni? A porla, Marco Muselli, senior researcher del CNR-IEIIT, che ha spiegato come questo tema sia alla base anche di una nuova disciplina, la ‘decision intelligence’, “che combina informazioni e conoscenze provenienti da fonti diverse con lo scopo di coadiuvare le attività decisionali valutandone le conseguenze pratiche”. In questo processo, che vede protagonisti la tecnologia e l’esperto di settore, accanto a tecniche di business intelligence e di statistica si sta palesando sempre più l’utilizzo di metodi derivanti dall’intelligenza artificiale. Soluzioni che presentano caratteristiche promettenti, ma per il cui successo è necessaria l’interazione fruttuosa tra l’uomo e la macchina e un alto livello di fiducia da riporre, non solo nello strumento, ma anche nel modello derivato dai dati, nel data analyst e nel data scientist.

Non solo big data

La fiducia, appunto. Un elemento necessario per vivere al meglio “una fase storica di rivoluzione della conoscenza in cui l’intelligenza artificiale, che noi preferiamo definire intelligenza aumentata, rappresenta un supporto all’uomo da abbracciare con un approccio ibrido e multicloud”. Lo ha spiegato Raffaele De Lucia, sales manager di IBM, illustrando i punti di forza di Watson, la tecnologia di AI sviluppata dal vendor, e la nuova offerta di AI Open Scale della società che offre alle aziende percorsi per la creazione di algoritmi. “È necessario favorire l’inserimento dell’intelligenza artificiale all’interno dei workflow consentendo di proteggere gli insight e facendo in modo che gli algoritmi possano imparare anche da meno dati: dagli small data e non solo dai big data”. È quello che sta facendo IBM con i suoi laboratori: “Un lavoro che oggi consente a Watson di produrre risultati accurati con un numero di informazioni inferiore”.

Il futuro delle chatbot

Tra le tecnologie di AI maggiormente ricercate, quelle conversazionali ricoprono sicuramente un ruolo di primo piano. Expert System, società attiva a livello mondiale proprio in questo ambito, negli ultimi anni ha però registrato da parte dei clienti una diversa modalità di fruizione delle chatbot, “che non solo conversano con l’uomo, ma eseguono anche delle azioni al posto dell’uomo”, ha evidenziato Dario Orbecchi, senior customer engagement manager dell’azienda. Per rispondere a queste nuove esigenze, Expert System ha recentemente ideato una chatbot per una banca italiana capace di dialogare con gli utenti ed eseguire operazioni specifiche. Tecnologie dirompenti, insomma, il cui sviluppo richiederà sempre più nuove competenze: “Non basta il data scientist, serve una figura che sia in grado di fare da ponte tra business e tecnologia. Un business translator”.

Tecnologia e sostenibilità

Una risorsa utile anche per ridurre la complessità dell’AI, facilitarne la comprensione e renderne sostenibile l’adozione. “Per farlo, però, bisogna utilizzare soluzioni chiare, piattaforme basate su algoritmi ‘clear box’, come quelle sviluppate da Rulex, perché è fondamentale per le organizzazioni capire cosa è presente all’interno dei dati per comprenderne il reale valore e compiere le scelte giuste – ha sottolineato Werther Cialdai, business development & channel manager della società. Il nostro AI Clear Box, in questo senso, produce una logica predittiva auto esplicativa in cui le previsioni sono completamente spiegate, il che permette alle aziende di intraprendere eventuali azioni correttive, evitare bias e discriminazioni”. Un supporto anche in ottica GDPR perché – come evidenziato da Franco Saracco, sales executive director di GFT, società partner di Rulex – le tecnologie devono essere sostenibili anche giuridicamente.

La crescita e il ritardo

Sostenibili o meno, gli investimenti e l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale nel mondo risulta essere in crescita. A dirlo è una ricerca di Dell EMC realizzata a livello globale. “Solo il 20% delle imprese, però, può dirsi realmente trasformata in una logica digitale”, ha segnalato Fabrizio Garrone, senior presales manager della società che sviluppa piattaforme di supporto alle aziende per progetti di intelligenza artificiale. Tra queste, AI Ready Solution, “soluzione lanciata nel 2018 che offre ai clienti stack prevalidati e preconfigurati per semplificare la user experience, accelerare l’estrapolazione dei dati e i tempi di fruizione delle informazioni analizzate”. Un approccio, quello proposto da Dell EMC, “che si basa su quattro livelli: digital transformation, IT transformation, workforce transformation e security transformation”.

L’AI nello sport

Innovazioni di intelligenza artificiale che non sono ricercate solamente in ambito industriale, ma coinvolgono anche altri settori. Tra questi, un ruolo di primo piano negli ultimi tempi è ricoperto sicuramente dallo sport, come il ciclismo. È qui che Dimension Data ha inserito il concetto di AI in termini di predictive e di miglioramento delle performance con strumenti di analytics e machine learning. E lo ha fatto per il Tour de France, in qualità di partner tecnologico di A.S.O., società che organizza la competizione. “Un percorso partito nel 2015, quando i dati erano scritti con il gessetto su una lavagna, e che ha portato a un nuovo approccio digitale alla gara e a una nuova user experience per gli spettatori che seguono l’evento attraverso diversi dispositivi”, ha spiegato Devid Mapelli, solutions & marketing director della società fondata nel 1983. “Una realtà con 35 anni di esperienza e circa 28mila dipendenti a livello mondiale. Il lavoro realizzato per il Tour de France è un esempio di quanto la tecnologia e l’intelligenza artificiale possano migliorare la competitività delle aziende”.

L’uomo al centro

Per farlo, però, è necessario che l’AI operi sempre in un ‘gioco di squadra’ con l’uomo “che è fondamentale in quanto le applicazioni devono essere business oriented e quindi scelte e guidate da esperti con competenze verticali – ha evidenziato Paolo Pellegrini, data-driven business strategy manager di Envision Reply. Memorizzare i dati, per esempio, è una decisione strategica che passa dall’esperto di settore, così come la capacità di individuare fonti utili per il data enrichment. Infine, anche gli algoritmi più complessi non sono sempre in grado di interpretare la realtà senza una corretta trasformazione delle variabili o di intercettare repentinamente casistiche mai occorse in passato”. È questa l’idea alla base anche dell’offerta di Envision Reply per un utilizzo efficace dell’intelligenza artificiale e per ottimizzare le scelte di business in tutti gli ambiti: dal retail alla programmazione logistica, dal marketing all’human resource.

Questioni legali da risolvere

L’AI, però, può anche sbagliare, commettere errori. Pensiamo all’automotive e ai casi di incidenti che hanno visto coinvolte proprio le self-driving car. “Chi è responsabile per le azioni e le decisioni assunte in autonomia da soluzioni di AI? Chi risponde? È possibile pensare a una personalità giuridica di queste tecnologie e a un’assicurazione obbligatoria dei prodotti?”. A mettere al centro questi temi è stato Roberto Camilli, avvocato dello studio legale Bird & Bird, che illustrando le ultime novità su questo fronte ha evidenziato come lo scenario di AI richiami l’attenzione anche della scienza giuridica. Una normativa che regoli l’intelligenza artificiale nella sua applicazione pratica ancora non esiste. La situazione, però, anche sulla spinta dell’Unione Europea e di esperti che sollecitano l’inserimento di una sorta di ‘etica by design’ per l’AI, sembra muoversi.


Vincenzo Virgilio

Giornalista pubblicista, laureato in Scienze Politiche, dal 2005 ha scritto per diverse testate e ha svolto attività di ufficio stampa e comunicazione nella pubblica amministrazio...

Office Automation è il periodico di comunicazione, edito da Soiel International in versione cartacea e on-line, dedicato ai temi dell’ICT e delle soluzioni per il digitale.


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