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DataCore, per uno storage eterogeneo, distribuito e intelligente

Grazie all’approccio software-defined, DataCore ridefinisce il modo in cui le diverse risorse storage vengono utilizzate on prem, all'edge e nel cloud, aiutando i clienti a modernizzare il modo in cui archiviano, proteggono e accedono ai dati attraverso soluzioni agnostiche rispetto ai brand utilizzati

L’attuale panorama IT è caratterizzato da complessità ed eterogeneità crescenti in ambito infrastrutturali. Una complessità che obbliga le organizzazioni a gestire contemporaneamente risorse storage on prem, all’edge e in cloud, garantendo comunque massima disponibilità dei dati, proteggendoli in modo completo. Esigenze a cui DataCore Software risponde con un approccio software-defined pensato per ridefinire il concetto di gestione dello storage aziendale.

Le sue soluzioni agiscono come un layer software posizionato tra applicazioni aziendali e infrastruttura fisica storage, operando indipendentemente dalla tecnologia sottostante, che si tratti di SAN tradizionali, HCI, object storage iperscalabile o soluzioni Kubernetes cloud-native. Questa astrazione consente di virtualizzare, centralizzare e omogeneizzare la gestione del dato, rendendolo sempre disponibile e accessibile dove e quando serve. Un’architettura che permette, quindi, alle aziende di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, riducendo la complessità operativa e migliorando la resilienza, anche in scenari distribuiti e ad alta criticità.

Soluzioni con un tasso di retention dei clienti al 93%

La storia di DataCore è una storia di crescita continua. Fondata 23 anni fa, l’azienda è profittevole da 15 anni consecutivi grazie a un modello di business decisamente solido: il 99% del fatturato è ricorrente e l’Annual Recurring Revenue cresce del 15% anno su anno. Ma a dimostrare la solidità della proposta è soprattutto il tasso di retention dei clienti, pari al 93%.

Straordinaria, in particolare, la crescita registrata da gennaio di quest’anno. “Dall’inizio del 2025 siamo raddoppiati come numero di dipendenti e fatturato, andandoci a consolidare in mercati chiave, come l’Italia, considerata strategica soprattutto per la forte trazione del Nord” afferma Rémi Bargoing, VP Sales Italy di Data Core Software (nella foto in alto), sottolineando come il fondo Insight Partners, azionista di minoranza con 100 miliardi di dollari in asset gestiti, stia fornendo tutto il supporto finanziario necessario per accelerare la crescita del vendor attraverso acquisizioni che puntano a completare il portafoglio d’offerta con un set completo di soluzioni.

Nel nostro Paese, DataCore conta già oltre 850 clienti, con una presenza trasversale nei settori manifatturiero, farmaceutico, PA (come il Ministero degli Interni, del Made in Italy e delle Finanze), trasporti e, più recentemente, nella finanza grazie all’integrazione di tecnologie AI e HPC. 140 i rivenditori certificati (di cui 75 attivi ogni trimestre), mentre sono 250 i professionisti qualificati, una rete che garantisce una copertura capillare del territorio, da Bolzano a Ragusa. “Le regioni trainanti restano quelle del Nord, ma anche in Sicilia, Puglia e Lazio si registrano importanti sviluppi, soprattutto grazie a progetti su PNRR, Sanità, Pubblica amministrazione e Manufacturing” spiega Bargoing.

L’evoluzione dello storage: da soluzioni standard al nuovo ruolo strategico

“Quello dello storage è un mercato altamente standardizzato, dominato da grandi player consolidati con offerte ormai considerate commodity. Sette anni fa l’ingresso del nuovo CEO, Dave Zabrowski, ha portato in DataCore una visione nuova, diretta a trasformare lo storage in una leva strategica di crescita e innovazione” osserva Bargoing, spiegando come in un’epoca in cui la maggiore sfida IT delle aziende è quella di fare di più con meno, la crescita dei dati secondari, provenienti da marketing, IoT e ambienti edge, abbia imposto un fondamentale cambio di paradigma. “Partendo dalla considerazione che anche questi dati necessitano dello stesso livello di sicurezza e disponibilità di quelli primari, abbiamo deciso di ampliare progressivamente la nostra offerta fino a coprire ogni paradigma storage: dal block storage al file system, dall’object storage ai container” prosegue.

Il vantaggio del software-defined storage è il disaccoppiamento tra dati e hardware, permettendo il pieno riutilizzo delle risorse esistenti e garantendo business continuity, disaster recovery, protezione e sicurezza anche all’edge. L’informazione diventa mobile, agile e orchestrabile, pronta ad adattarsi ai cambiamenti del business.

“Le imprese oggi chiedono gestione semplificata, riduzione dei costi, flessibilità operativa e prestazioni elevate. Il 67% delle aziende sta già adottando infrastrutture potenziate da intelligenza artificiale, un ambito in cui DataCore si muove con proposte mirate” prosegue Bargoing.

Una strategia di acquisizioni per un’offerta completa

Dal 2021 a oggi, DataCore ha realizzato una serie di acquisizioni mirate, tutte volte ad arricchire la piattaforma SANsymphony, originariamente pensata per l’archiviazione a blocchi. Negli anni si sono aggiunti, quindi, i tasselli di Caringo, MayData, Object Matrix, WIN (Workflow Intelligence Nexus), Arcastream, Pixitmedia, StarWind, tutte realtà che hanno portato in dote componenti essenziali per coprire tutte le esigenze: dagli ambienti HCI all’object storage, fino ai container. Con Pixstor e Ngenea si sono coperti ambienti di calcolo intensivo, orchestrazione dati e file system evoluti, mentre con Swarm il vendor si è garantito la possibilità di indirizzare le esigenze di object storage anche in ambienti edge e ROBO ROBO (Remote Office, Branch Office). La recente acquisizione di StarWind ha potenziato, infine, la proposta per le Pmi con soluzioni HCI avanzate.

Il risultato è oggi una piattaforma modulare e scalabile, in grado di adattarsi a ogni ambiente e approccio storage, dall’on-premise (che ancora registra il 65% delle installazioni) al cloud pubblico (con il 44% delle installazioni) fino a quello gestito da CSP/MSP locali (18%).

Un’offerta articolata in due stack

L’offerta di Data Core, così ampia e articolata, è oggi suddivisa in due macro-settori: stack IT e stack Media. Il primo include SANsymphony (block storage) potenziato dal codice di StarWind Software specializzato in virtual SAN e HCI per le Pmi; Pixstor e Ngenea per l’orchestrazione e il parallel computing; Swarm per lo storage a oggetti; infine, Puls8 per i container e Kubernetes. Il secondo stack include, invece, AI+ e Vision per il data management e l’analisi con AI; i già citati Pixstor e Ngenea per lo storage Tier 0 e 1; infine, Object Matrix e Swarm per l’archiviazione nearline e l’object storage. Un’ampiezza d’offerta che garantisce supporto a business continuity, disaster recovery, sicurezza all’edge, archiviazione AI-driven e containerizzazione avanzata.

“Con il nostro portfolio d’offerta aiutiamo le aziende a mettere a fattor comune tutti gli apparati hardware, unificandp lo spazio di archiviazione per sfruttarlo al 100%. L’approccio software-defined permette di disaccoppiare il dato dal disco fisico. Questo disaccoppiamento è fondamentale gestire liberamente l’informazione con finalità di business continuity, data protection e cyber resilience. Penso sia uno dei vantaggi più importanti della virtualizzazione” conclude Roberto Zaninello, Senior Solution Architect di DataCore Software.

AI, business continuity, Hci, software-defined, Storage, Virtualizzazione


Giornalista professionista, dal 1993 scrive di tecnologie ICT analizzando l’impatto dell’innovazione sul business di tutti gli attori in gioco: dai vendor tecnologici agli utenti, passando per gli operatori di cana...