Verso Industria 5.0 e Società 5.0
Dalla fabbrica digitale alla società digitale ‘human-centric’.
L’Industria 4.0, che secondo una parte degli osservatori del settore sta entrando in uno stadio di maturità dopo alcuni anni di sviluppo, si basa sulla digitalizzazione, sull’automatizzazione industriale e sull’interconnessione dei processi produttivi, grazie allo sviluppo di tecnologie abilitanti come nuove architetture ICT (cloud ed edge computing), robotica, stampa 3D, intelligenza artificiale, machine learning, realtà virtuale e aumentata, big data, cyber physical system (CPS), reti di comunicazione a banda larga e dispositivi IoT sempre più veloci e potenti.
Le tecnologie abilitanti di Industria 4.0 vengono applicate, con notevoli benefici economici e funzionali, non solo nei processi produttivi in senso stretto, ma anche in altri ambiti, come commercio, sanità, mezzi pubblici, aeroporti, turismo, beni culturali e smart city. La quarta rivoluzione industriale sta creando un’infrastruttura efficiente che consente di integrare le nuove tecnologie e la digitalizzazione nel mondo manifatturiero e produttivo a tutti i livelli, comprendendo anche infrastrutture e servizi (Information Society). L’obiettivo dell’Industria 4.0, infatti, è quello di gestire nella maniera più efficiente possibile tutti i processi che a vario titolo compongono la catena del valore di prodotti o servizi, e tutto ciò che serve al cittadino per usufruire di prodotti o servizi.
L’industria 4.0 riguarda l’automazione dei processi in modo distribuito e intelligente, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza, ignorando gli aspetti relativi ai costi umani e ai problemi di disoccupazione che possono derivare dall’ottimizzazione dei processi stessi. Inoltre, non ha una specifica attenzione alla protezione e alla sostenibilità ambientale, e questi limiti portano alla necessità di un ecosistema tecnologico a più ampio respiro, in grado di salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità.
Industria 5.0 e Società 5.0
I giapponesi hanno evidenziato già nel 2016 che l’approccio adottato finora esclude un elemento fondamentale: le persone, mentre il progresso non può prescindere dallo sviluppo del benessere non solo economico, ma anche sociale, e hanno concretizzato questo concetto, parlando di società human-centric, o Società 5.0, che utilizzerà come piattaforma tecnologica l’Industria 5.0.
La quinta rivoluzione industriale, evoluzione naturale dell’Industria 4.0, si baserà su un’industria collaborativa focalizzata sulla cooperazione tra uomo e macchina: un modello di impresa caratterizzato dalla cooperazione tra sistemi ed esseri umani, con l’obiettivo di far lavorare in armonia l’intelligenza umana con quella artificiale, sfruttare le capacità delle macchine per mantenere volumi di produzione molto elevati, rendere la produzione qualitativamente migliore grazie alla collaborazione con gli umani, e dare un valore aggiunto alla produzione creando prodotti personalizzati in base alle esigenze dei consumatori.
Industria 5.0 valorizzerà ulteriormente la capacità intellettiva e la creatività umana per aumentare l’efficienza dei processi combinando i flussi di lavoro con i sistemi intelligenti. Mentre il principale obiettivo di Industria 4.0 riguarda l’automazione, Industria 5.0 sarà una sinergia tra uomo e macchine autonome, e richiederà nuove figure professionali, come il chief robotics officer (CRO): un esperto nella comprensione dei robot e delle loro interazioni con gli umani che sarà responsabile di prendere decisioni su macchine o robot per ottenere prestazioni ed efficienza ottimali. Più che a una sostituzione del lavoro umano, assisteremo quindi allo sviluppo di una ‘super smart society’, governata dalla cooperazione intelligente tra esseri umani e macchine.
Cobot e Smart Agent (bot)
I principali protagonisti dell’Industria 5.0 saranno i cobot (collaborative robot) e le applicazioni software intelligenti come gli agenti software (smart agent) o bot.
I cobot, a differenza dei robot attualmente utilizzati in produzione, sono robot collaborativi dotati di intelligenze artificiali e programmati per interagire con gli esseri umani in spazi di lavoro condivisi, in un nuovo modello di fabbrica (collaborative industry) basato sull’integrazione uomo-robot. Possono anche lavorare in gruppi di robot auto-organizzati detti ‘sciami di robot’ (swarm robotics) dotati di intelligenza collettiva o intelligenza di sciame (swarm intelligence). Possono assumere varie forme più o meno antropomorfe, ma possono essere anche droni, veicoli a guida autonoma o macchine agricole intelligenti.
Nell’Industria 5.0, i robot potranno svolgere i lavori più pesanti, ripetitivi e pericolosi, mentre sarà rivalutata l’intelligenza creativa dell’uomo, e a beneficiare di questa cooperazione uomo-robot saranno innanzitutto i lavoratori, che guadagneranno in termini di salute e sicurezza sul posto di lavoro.
I ‘software robot’, o bot, sono invece applicazioni di intelligenza artificiale in grado di agire per un utente o un altro programma in un rapporto reciproco di scambio e collaborazione.
La robotic process automation (RPA), che comprende tutte le tecnologie software, prodotti e processi coinvolti nell’automazione dei processi di business – detta anche iper-automazione (hyper-automation) – utilizza questi bot per eseguire in modo automatico le attività ripetitive degli operatori, imitandone il comportamento e interagendo con gli applicativi informatici, manipolando dati o eseguendo transazioni nello stesso modo degli operatori umani.
I bot non sono quindi robot fisici che interagiscono con oggetti materiali, bensì programmi software intelligenti già oggi ampiamente diffusi e che in futuro avranno un impiego sempre maggiore nei contesti industriali e aziendali. Gartner stima che nel 2024 molte organizzazioni saranno in grado di ridurre i costi operativi del 30% combinando tecnologie di hyper-automation con processi operativi ridisegnati.
Super smart society ‘human-centric’
La cooperazione e la personalizzazione saranno gli elementi caratterizzanti del cambiamento verso il nuovo modello di fabbrica del futuro, in cui il ruolo dell’uomo sarà significativo e imprescindibile. Si prevede quindi una ridefinizione delle attività umane in un contesto di integrazione uomo-robot che porterà a una produzione più performante e più leggera per il lavoratore. La dimensione collaborativa alla base della prossima rivoluzione, infatti, dovrebbe portare a un ridimensionamento dei carichi di lavoro, liberando i lavoratori dalle mansioni più pesanti e faticose, facendo intervenire l’uomo, con la sua competenza e intelligenza creativa, nella governance delle macchine e nella continua ricerca di miglioramento (research factory).
Il paradigma di Industria 5.0 implica la penetrazione dell’intelligenza artificiale nella vita comune delle persone e la sua cooperazione con l’obiettivo di migliorarne la capacità e rimettere l’uomo ‘al centro dell’Universo’.
Conclusione
Il paradigma di Industria 4.0 si incentra principalmente sulla prospettiva tecnologica, con particolare riguardo al settore manifatturiero ma trascura l’aspetto sociologico, che viene invece enfatizzato nella visione di Società 5.0, in cui l’obiettivo è capire come la tecnologia può aiutare le persone a soddisfare i propri bisogni ed essere felici, integrando le più avanzate tecnologie nella vita di tutti i giorni dei singoli individui e nelle comunità, per creare una società più equa e inclusiva, in cui la persona sia al centro. La tecnologia rappresenta un mezzo per il cambiamento, non l’obiettivo finale. La Society 5.0, come definita dai giapponesi, ha quindi lo scopo di sfruttare le tecnologie abilitanti di Industria 5.0 per “la creazione di una nuova società intelligente che aiuta a risolvere le questioni sociali piuttosto che generare semplici miglioramenti della produttività”.