Veeam “Per gli utenti è il momento del cloud data management”

I dati di una ricerca parlano di una forte richiesta di nuove politiche di backup e protezione dei dati, anche da parte delle aziende italiane.

Continua la crescita di Veeam a livello sia globale che italiano. In occasione del VeeamON Tour, che ha toccato in più tappe le principali città del nostro Paese, la società ha condiviso con clienti e partner risultati e novità, ma ha anche presentato una ricerca sul data management.

Risultati in crescita
Con l’ultimo anno fiscale Veeam ha superato la soglia del miliardo di dollari di ricavi. Per la software house fondata nel 2006 questa è la dimostrazione di essere riuscita a intercettare una domanda di mercato nella protezione dati con approcci e soluzioni innovative. Soluzioni che oggi sono utilizzate da oltre 350.000 aziende utenti nel mondo, di cui oltre 23.000 in Italia, con un tasso di crescita di 4.000 nuovi clienti al mese, 300 nel nostro Paese, e con un trend di espansione positivo in ogni trimestre.

Albert Zammar, vice presidente Southern Emea di Veeam

Cloud data management al centro dell’interesse
“In uno scenario di continuo aumento dei dati dei più diversi formati che le aziende si troveranno a dover gestire nei prossimi anni, e con l’aumento della mobilità del dato stesso, le aziende si dimostrano attente al tema del data management che inevitabilmente coinvolge anche il cloud”, così Albert Zammar, vice presidente Southern Emea di Veeam, ha introdotto i risultati della ricerca commissionata a Vason Bourne che ha coinvolto 1.575 responsabili IT e business di 13 Paesi, tra i quali anche 125 italiani. Il 46% degli intervistati di casa nostra ha ammesso di non essere in grado di soddisfare le richieste degli utenti in termini di disponibilità e ripristino dei dati. In media i fermi macchina non pianificati negli ultimi 12 mesi sono stati quattro, ma oltre dieci per l’11% del campione. Durata media di ogni fermo macchina non pianificato: 52 minuti. Per questo motivo quindi il 51% ritiene che le applicazioni critiche devono essere protette con SLA ogni 15 minuti e il 42% estenderebbe questo tipo salvaguardia anche alle applicazioni normali, mentre il 62% ritiene che la tempistica dei backup non può superare l’ora. Emerge quindi la necessità di implementare migliori strategie di data management, che però non potranno non passare anche dal cloud: il 75% degli intervistati infatti utilizza soluzioni SaaS, il 50% fa backup in cloud e il 47% ha attivo un servizio di disaster-recovery-as-a- service. “Sono i clienti oggi a spingere i fornitori come Veeam a presentare innovazioni adeguate alle loro esigenze”, ha commentato Zammar.


A cura della redazione

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