Memori, tutta la forza creativa dell’AI sotto controllo

In rapida ascesa sul mercato, l’italiana Memori propone soluzioni in grado di personalizzare e integrare facilmente AI generative nei processi aziendali, creando assistenti conversazionali ‘intelligenti’ ideali per attività di formazione, customer service, ricerca documentale e marketing. Assistenti in grado di rendere i processi molto più coinvolgenti ed efficaci

Abilitare lo sviluppo di interfacce conversazionali altamente personalizzate grazie a un’intelligenza artificiale capace di migliorare la vita delle persone in ogni contesto, personale e lavorativo. Una missione che l’italiana Memori porta avanti dal 2017, investendo nello sviluppo di tecnologie AI in grado di rendere molto più coinvolgenti ed efficaci alcuni importanti processi aziendali. “La nostra visione dell’intelligenza artificiale è da sempre atipica. Per noi l’AI rappresenta un potente media di trasmissione della conoscenza: visione che da novembre 2022 ha registrato un’enfasi crescente sul mercato, spingendo lo sviluppo di Memori fino a far entrare Ergon, azienda capofila di Gruppo E, nel suo capitale sociale” afferma Nunzio Fiore, ceo e fondatore di Memori, evidenziando come questa operazione, avvenuta verso la fine dell’anno scorso, abbia rafforzato in modo straordinario il go-to-market dell’azienda, una start up in rapida ascesa e dall’enorme potenziale, originariamente composta da un team tecnico di 12 persone: struttura che oggi, grazie all’ingresso di Gruppo E, può contare, invece, su una cinquantina di collaboratori tra account, project manager, commerciali e risorse marketing condivise. “Una nuova compagine che ci permette di indirizzare ancora meglio il mercato, aiutando i clienti a capire cosa si può effettivamente realizzare grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Per noi, infatti, è fondamentale dare concretezza all’AI, tranquillizzando anche rispetto ad alcune tematiche che stanno iniziando a preoccupare molti. Per esempio, il timore che l’intelligenza artificiale arrivi a sostituire molte attività dell’uomo e riduca, quindi, i posti di lavoro. Nulla di tutto questo. La verità? L’unico vero rischio è che i professionisti dell’AI arrivino presto a prendere il posto di chi non sta imparando a usarla, quindi meglio comprenderla e introdurla fin da subito nella propria quotidianità” commenta Fiore.

L’importanza della supervisione

Oggi è il momento della sperimentazione. Anche se di intelligenza artificiale si parla fin dagli anni ’50, il vero hype è arrivato con l’affermazione della Gen AI. “Nell’ultimo anno abbiamo lavorato tantissimo per ridimensionare le aspettative legate a questo hype. Il malinteso dell’intelligenza artificiale è dovuto soprattutto all’utilizzo della parola ‘intelligenza’, che nel caso della Gen AI induce a pensare a qualcosa che può svolgere compiti in piena autonomia, partendo da qualsiasi dato contenuto in qualunque documento. Documenti che, in realtà, contengono spesso dati di scarsa qualità. Questo significa che l’AI generativa deve essere sempre guidata e validata nei suoi risultati. Le cosiddette ‘allucinazioni’ non sono errori del modello linguistico, sono mancate supervisioni” spiega Fiore, sottolineando come il primo lavoro da eseguire per avvalersi dell’AI debba concentrarsi proprio sulla qualità dei dati e della documentazione disponibile, troppo spesso lacunosa. Carenze che possono essere colmate progressivamente con l’integrazione di nuovi contenuti: un lavoro di manutenzione dell’informazione che la stessa AI può aiutare ad affinare, restituendo risposte sempre più precise. “Opportunamente allenati i modelli linguistici possono andare al di là dei semplici ‘chatbot’, rendendo i processi aziendali più coinvolgenti ed efficaci grazie a interfacce conversazionali sempre più raffinate, ma tutto deve essere guidato” prosegue il ceo, convinto che l’affermazione della Gen AI stia costringendo finalmente le aziende ad affrontare il problema finora irrisolto dei silos informativi.

Interfacce personalizzate partendo da qualsiasi LLM

Nunzio Fiore, ceo e fondatore di Memori

“Ciò che distingue la nostra proposizione sul mercato è la sua capacità di personalizzare i contenuti generati a partire da qualsiasi modello linguistico. Con Aisuru mettiamo, infatti, a disposizione una piattaforma di programmazione e personalizzazione di AI generative, dotata di tutti gli strumenti utili a ottimizzare il comportamento dell’interfaccia nei vari contesti d’uso” chiarisce Fiore, citando i tanti modelli linguistici supportati: da OpenAI (ChatGPT) a GPT-3.5, da GPT-4 a GPTs, fino a Mistral e Claude di Anthropic.

Con una semplice indicazione testuale è possibile definire personalità e modalità di risposta dell’interfaccia, stabilendo i contenuti semplicemente conversando e correggendo le risposte che diventano immediatamente attive. Possono essere importati massivamente documenti testuali, database, immagini, video, link e informazioni tramite upload e man mano che l’interfaccia viene interrogata dagli utenti se ne può verificare il comportamento, intervenendo con modifiche nelle risposte scorrette o che non piacciono grazie a Pensiero Profondo. Questa funzionalità segna un punto di svolta per le conversational AI, facendo superare i confini delle interazioni tradizionali basate su prompt e risposte immediate grazie alla possibilità di sviluppare relazioni personali con l’intelligenza artificiale. “Tutta l’esperienza può essere personalizzata in funzione dell’utente, del luogo e del tempo” spiega Fiore, ricordando che l’interfaccia può anche apprendere il significato di alcune parole specifiche riferibili a contesti particolari ed è fruibile in modalità omnichannel: via web, integrata in applicazioni aziendali già esistenti, sul telefono, nella realtà virtuale oppure su un totem.

Aisuru tra Paas e Saas, ma non solo

Pensata per personalizzare e integrare AI generative nei processi aziendali, Aisuru è una piattaforma dall’utilizzo immediato, che permette a chiunque, anche senza particolari competenze tecnologiche, di implementare tecnologie on edge di Ai conversazionale. “Non si tratta di un motore generativo, ma di un motore che aiuta a customizzare la Gen AI, migliorando l’esperienza utente e riducendo significativamente costi e tempi di implementazione per le aziende” spiega Fiore, citando i tanti use case della piattaforma: dal customer care al marketing, dalla ricerca documentale alla formazione.

Disponibile in modalità Paas (Platform as a service) per tutte quelle realtà interessate ad avere disponibilità continua di una piattaforma che aiuti a creare progetti conversazionali collegati ai propri sistemi gestionali e alla propria documentazione, Aisuru sarà presto disponibile anche in modalità Saas (Software as a service). “Un’offerta a consumo che non richiederà abbonamenti e permetterà a chiunque di testare lo strumento, provandone l’effettiva utilità” chiarisce Fiore, anticipando un’ulteriore evoluzione nella declinazione dell’offerta. Oggi tutto il software Aisuru risiede, infatti, sui server di Aws, ma entro fine anno Memori intende lanciare anche una versione on premises della piattaforma, permettendo così alle aziende di installare Aisuru in locale.

Un occhio attento ai risvolti etici

Da sempre alto, l’interesse nei confronti di Aisuru è andato crescendo nell’ultimo periodo per la sua capacità di creare interfacce conversazionali in modo estremamente semplice. “In particolare, stiamo registrando un grande interesse nei settori Horeca e Retail, dove la disponibilità di assistenti personali ‘intelligenti’ garantisce un maggior livello di fidelizzazione dei clienti” spiega Fiore, citando tra i settori più attivi anche quelli del Turismo e del Fashion. Un’attenzione crescente è registrata, poi, nel mondo della Pubblica Amministrazione, sempre più interessata all’utilizzo di interfacce conversazionali potenziate dall’AI per semplificare il rapporto con l’utenza. Restano policy da definire, ma il settore sta acquisendo importanti skill in materia. “Qui il timore maggiore è soprattutto legato a possibili risposte errate da parte della Gen AI. Un timore che torna ad affermare l’assoluta necessità di fare riferimento a dati e documenti ‘di qualità’ su cui allenare i modelli, confermando l’importanza delle validazioni umane” puntualizza Fiore, che prosegue: “L’intelligenza artificiale è un potente mezzo di conoscenza in grado di velocizzare le attività dell’uomo, ma richiede controlli, verifiche e un’organizzazione attenta dei dati che interroga. Se un timore c’è, questo è soprattutto legato a un suo possibile utilizzo ‘non etico’. La sua capacità di avere memoria nelle relazioni e di riuscire a trarre deduzioni può portare, infatti, la Gen AI a proporre suggerimenti che devono essere sempre trasparenti nella loro formulazione. Come già avviene per i social, anche in questo contesto sarà, quindi, fondamentale arrivare a definire regole chiare su eventuali sponsorizzazioni dei contenuti proposti. Sono pericoli reali su cui serve formazione. E noi di Memori siamo da sempre attivi su questo fronte, aiutando a creare fiducia sul mercato, ma anche tanta consapevolezza” spiega Fiore, convinto che una AI con forte memoria di relazione sia assolutamente utile nel lavoro di tutti i giorni, ma obblighi anche a una riflessione attenta sui tanti risvolti etici. “L’intelligenza artificiale è come il fuoco, capace di scaldare, ma anche distruggere. Ed esattamente come il fuoco deve essere controllata, occorre imparare a utilizzarla correttamente per trarne il massimo dei benefici”.

Chi è Memori

Startup italiana specializzata in tecnologie per lo sviluppo di esperienze e interfacce conversazionali potenziate dall’intelligenza artificiale, Memori ha sede ad Altedo (in provincia di Bologna) dove ha avviato le proprie attività nel 2017 con un progetto esclusivamente consumer. Nel 2019 viene lanciata la piattaforma cloud business mentre nel 2023 viene dato il via alla collaborazione con Gruppo E, una delle più importanti realtà toscane in ambito IT. Dopo un anno, Ergon, azienda capofila del Gruppo E, entra nel capitale sociale di Memori, acquisendo il 26% delle quote. L’operazione rafforza Memori sul mercato, aggiungendo nuove risorse qualificate in ambito sales, accounting, project management e customer care che vanno ad affiancare i tecnici di Memori che restano focalizzati nello sviluppo web, nella creazione di strumenti AI, NLP (riconoscimento linguistico) e nelle integrazioni complesse di Aisuru.


Claudia Rossi

Giornalista professionista, dal 1993 scrive di tecnologie ICT analizzando l’impatto dell’innovazione sul business di tutti gli attori in gioco: dai vendor tecnologici agli utenti, passando per gli operatori di cana...

Office Automation è il periodico di comunicazione, edito da Soiel International in versione cartacea e on-line, dedicato ai temi dell’ICT e delle soluzioni per il digitale.


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