La sicurezza nell’Industrial Internet of Things
L’opinione di Diego Gagliardo, chief operating officer di Endian
È interessante fare un confronto tra il mercato italiano e quello di lingua tedesca, che seguiamo molto da vicino. In Germania, in particolare, già da tempo nelle organizzazioni di tutte le dimensioni c’è forte consapevolezza sul valore dei dati , e il GDPR ha solo ribadito il concetto. La situazione italiana è diversa: soprattutto nelle piccole e medie imprese c’è ancora molta confusione e si cercano partner tecnologici in grado di fornire in primo luogo un supporto consulenziale, che non tutti sono in grado di dare.
Competenze di alto livello a largo raggio
Questo è particolarmente vero nell’ambito dell’Industrial Internet of Thing, dove vengono ancora utilizzati protocolli proprietari che fino a ieri non richiedevano livelli di attenzione particolarmente elevati. L’interoperabilità con il protocollo IP sta rivoluzionando lo scenario, per cui nell’era della convergenza tra IT e OT chi vuole operare in questo campo deve avere competenze di alto livello in ambito networking, security e funzionale. Solo in questo modo è possibile offrire una protezione adeguata a macchinari e dati business critical, tenendo presente anche le peculiarità dei diversi mercati verticali, che spesso hanno normative e procedure specifiche.
Il settore sanitario è uno di questi, con iter di certificazione per le soluzioni hardware e software lunghi e complessi, che bisogna conoscere a fondo per evitare di incorrere in incompatibilità che possono portare ritardi e danni economici consistenti. In questo come in qualunque altro settore la prima misura da adottare è quindi effettuare un’analisi dettagliata dei sistemi e delle infrastrutture in essere e fissare chiari obiettivi da raggiungere.
Guardare all’interoperabilità delle soluzioni
Solo al termine del processo di assessment sarà possibile disegnare il percorso più appropriato e individuare sul mercato le soluzioni necessarie, orientandosi su quelle che offrono maggiori garanzie in termini di interoperabilità, perché nessuna singola soluzione può rispondere a tutte le esigenze di una azienda.
Il nostro suggerimento è quello di basare le proprie scelte sulla base di POC (proof of concept) mirati, in grado di dimostrare sul campo la validità delle soluzioni prese in esame e la serietà del partner tecnologico che le propone.
Appuntamento a domani con Gabriele Zanoni, EMEA solutions architect di FireEye