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La formazione aziendale in Italia non si è ancora digitalizzata

Un’indagine di Syllog su oltre 500 professionisti evidenzia come l’aggiornamento e la trasmissione di informazioni siano ancora lenti e poco efficaci

La formazione digitale è un pilastro strategico per la competitività delle imprese, ma in Italia fatica ancora a tradursi in risultati concreti. È quanto emerge da una recente ricerca di Syllog su oltre 500 professionisti di gestione delle risorse umane, della sicurezza e della formazione, per comprendere lo stato dell’aggiornamento digitale e i principali ostacoli che ne rallentano l’adozione. “Molte imprese sanno quanto la formazione digitale sia strategica, ma spesso i processi restano lenti e dispersivi”, commenta in una nota Davide Ludovico, Head of Business Development di Syllog.

La pubblicazione di nuovi corsi richiede settimane di lavoro

L’indagine mostra che gran parte della formazione aziendale si svolge ancora in modalità tradizionali, con sessioni frontali o in videoconferenza e materiali statici. Il processo di pubblicazione di nuovi corsi rimane complesso e richiede settimane di lavoro, rallentando la capacità delle imprese di aggiornarsi con tempestività rispetto ai cambiamenti normativi o tecnologici. A questo si aggiunge una scarsa integrazione tra gli strumenti utilizzati e la difficoltà di misurare l’impatto della formazione sulle performance reali. Molte aziende si limitano a verificare la partecipazione ai corsi, senza collegarla a indicatori operativi come la riduzione degli errori, il miglioramento della produttività o la sicurezza sul lavoro.

Le principali criticità, settore per settore

Le difficoltà più diffuse riguardano la trasformazione dei contenuti aziendali in materiali didattici realmente efficaci, i tempi lunghi di produzione, la mancanza di interoperabilità tra piattaforme diverse e la scarsa partecipazione dei dipendenti. In molti casi le imprese dispongono già di un patrimonio informativo significativo – manuali, linee guida, procedure interne – ma mancano gli strumenti per renderlo fruibile e aggiornabile con facilità.

Le criticità assumono sfumature diverse a seconda del contesto operativo. “Ogni ambito ha criticità proprie, ma la radice del problema è comune: la conoscenza non circola abbastanza velocemente”, spiega Edoardo Anselmi, CEO di Syllog. “Digitalizzare e rendere fruibile il materiale in tempo reale è la chiave per colmare questo gap”.

Nel settore finanziario e assicurativo la pressione normativa è costante. L’obbligo di aggiornarsi di continuo per rispettare regolamenti sempre più complessi richiede processi formativi agili e tempestivi. Tuttavia la produzione dei materiali richiede spesso settimane, rendendo difficile garantire la piena conformità e aumentando il rischio di errore o di sanzioni.

Nell’industria manifatturiera invece la criticità principale è la rigidità della formazione. Qui l’apprendimento è strettamente legato alla sicurezza e alla continuità produttiva. I corsi tradizionali impongono pause nelle linee di lavoro e si basano su materiali lunghi e poco interattivi, spesso disponibili solo in una lingua. Il risultato è un apprendimento frammentato che fatica a tradursi in comportamenti realmente preventivi. Anzi, in molti casi la mancanza di aggiornamenti tempestivi e percorsi adeguati si riflette in un aumento degli incidenti sul posto di lavoro.

Anche nel campo ingegneristico e tecnico la complessità dei contenuti è una barriera, ma in questo caso la criticità si concentra sull’onboarding. La dispersione della documentazione, spesso distribuita tra diversi reparti o archivi digitali, rallenta la trasmissione del know-how allungando i tempi di inserimento dei nuovi assunti di diversi mesi.

Infine nelle aziende tecnologiche e informatiche la sfida si ribalta: a creare difficoltà è la velocità di cambiamento delle informazioni. Prodotti e piattaforme evolvono così rapidamente da rendere difficile mantenere i team costantemente aggiornati. In molti casi, i dipendenti scoprono le novità solo dopo la loro implementazione, con inevitabili rallentamenti nei flussi di lavoro e un aumento del rischio operativo.

L’intelligenza artificiale come leva di accelerazione

In tutti questi contesti, l’introduzione di piattaforme intelligenti per la gestione della conoscenza è una possibile soluzione. L’utilizzo dell’AI consente di aggiornare in modo continuo i contenuti e renderli più accessibili e misurabili. È in questa direzione che si inserisce anche il lavoro di Syllog. “Non si tratta solo di digitalizzare i contenuti” spiega Anselmi. “L’obiettivo è creare un flusso continuo di conoscenza che possa essere aggiornato, monitorato e condiviso in tempo reale. La formazione diventa così parte integrante dei processi aziendali, non un’attività separata”.

Da vincolo a opportunità

Il 2025, ormai quasi al termine, ha rappresentato un momento cruciale per le imprese italiane, a fronte di un contesto normativo sempre più articolato. L’entrata in vigore del regolamento europeo DORA in ambito finanziario, le nuove disposizioni sull’accessibilità digitale e gli aggiornamenti in materia di sicurezza sul lavoro e rendicontazione ESG impongono una gestione più rapida e strutturata dei processi formativi. Le aziende che riusciranno a rendere la formazione più dinamica, tracciabile e integrata nei flussi operativi nei prossimi mesi, potranno trasformare l’adempimento in un vantaggio competitivo.

La ricerca condotta sottolinea la necessità di intervenire subito, avviando progetti pilota mirati e misurabili per rendere la formazione un elemento strategico di crescita. Come osserva Ludovico, “il valore di un’organizzazione non dipende più da quante informazioni possiede, ma da quanto velocemente riesce a convertirle in competenze reali e condivise”.

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