Joinfruit: gli Smart Locker al centro dell’innovazione
Il progetto per essere più vicini ai consumatori coinvolge le soluzioni Ricoh.
Fondata nel 2015, Joinfruit è un’Organizzazione di Produttori Ortofrutticoli con sede a Verzuolo, in provincia di Cuneo, composta da 190 soci impegnati quotidianamente per offrire frutta di qualità nel rispetto del territorio, della salute e del benessere delle persone. Rappresenta circa 1.700 ettari di superfici coltivate in Piemonte, Veneto, Lazio e Calabria, con una produzione annuale di oltre 80mila tonnellate di frutta.
Un collegamento più diretto tra agricoltori e consumatori
“Il progetto Joinfruit Fresh nasce dall’esigenza di sperimentare nuovi modelli di vendita e di trovare strumenti alternativi alla commercializzazione e promozione dei nostri prodotti, creando un collegamento più diretto tra consumatori e agricoltori” spiega Bruno Sacchi, Direttore di Joinfruit. “In un mondo che si muove sempre più velocemente, e dove la filosofia di acquisto diventa sempre più smart, abbiamo sentito la necessità di trovare una strada che coniugasse tecnologia, sostenibilità e tranquillità del consumatore”.
Le priorità del progetto includevano:
• Offrire ai consumatori un canale alternativo per acquistare i prodotti
• Assicurare ai consumatori un prodotto italiano fresco e costantemente monitorato in tutto il suo percorso
• Creare una commercializzazione dei prodotti sempre più sostenibile, accorciando la filiera e realizzando un collegamento diretto tra produttori ortofrutticoli e consumatori
• Soddisfare la necessità crescente dei produttori di raggiungere i consumatori finali sperimentando nuovi modelli di vendita e di commercializzazione dei propri prodotti.
• Concentrarsi sul core business e sulle esigenze dei consumatori, avvalendosi di un fornitore in grado di occuparsi di tutti gli aspetti tecnologici: dall’installazione della soluzione, alle attività di manutenzione e assistenza tecnica
“L’incontro con Ricoh e con il suo partner tecnologico WIB – continua Bruno Sacchi – ci ha permesso di coniugare l’esigenza di arrivare direttamente al consumatore in modo sostenibile con l’innovazione tecnologica. In fase di progettazione abbiamo ovviamente coinvolto diversi fornitori, a ciascuno dei quali abbiamo richiesto una risposta adeguata alle nostre necessità che doveva però anche rientrare tassativamente nel budget a nostra disposizione. Ricoh è riuscita a raggiungere in pieno questo obiettivo, fornendoci una soluzione completa e personalizzata sulla base delle nostre necessità e dei traguardi che volevamo raggiungere”.
Gli Smart Locker refrigerati sono estremamente semplici da utilizzare, anche per le persone meno avvezze alla tecnologia. In pratica, il consumatore non deve fare altro che prenotare i prodotti desiderati mediante un portale di e-commerce (web app) realizzato da Ricoh, scegliendo la data di consegna. Quando l’ordine è stato inserito nello Smart Locker, il destinatario lo può ritirare in autonomia – entro 24 ore – utilizzando un QR code che riceverà sulla web app. Il progetto è stato co-finanziato dall’Unione Europea e può essere considerato un esempio virtuoso di utilizzo dei finanziamenti pubblici su progetti di sviluppo economico sostenibili.
Cosa c’è nel futuro?
“La nostra intenzione è di replicare questa prima esperienza cuneese in altre città italiane – conclude Bruno Sacchi – partendo dal nostro territorio e allargando il progetto fino a dove possiamo garantirne la piena sostenibilità. La prospettiva futura – in cui Ricoh continuerà a svolgere un ruolo fondamentale – include anche un ampliamento dell’offerta, dalla sola frutta agli ortaggi, ai succhi di frutta, agli snack di frutta disidratata, alle composte e via dicendo, sempre però partendo dai prodotti della nostra filiera. Desideriamo inoltre dare al progetto un valore educativo per le nuove generazioni: l’obiettivo futuro è di usare il packaging come mezzo di educazione per i bambini, trasformandolo in un gioco che diverta e offra importanti informazioni sulle proprietà di frutta e verdura, al tempo stesso aumentando la sostenibilità dell’imballo, che in questo modo avrà una seconda vita”.