Il lato oscuro della digitalizzazione

I trend, le sfide e i consigli per le aziende al fine di abilitare al meglio il lavoro da remoto, mettendo al centro la persona e le sue esigenze. Intervista a Paolo Fortuna, Managing Director di NFON Italia.

È tempo per le aziende di garantire il vero home office. Dopo due anni online, è davvero giunto il momento di inaugurare un nuovo capitolo e rivedere l’intero mondo delle risorse umane, in tutti i relativi processi, tutte le cattive abitudini e quello che è un approccio a dir poco pericoloso all’home office. Il primo giorno di pandemia ha rappresentato uno schiaffo morale per tutti i responsabili IT, che si sono trovati a rispondere immediatamente all’esigenza di assicurare per tutti il passaggio dai grandi open space in azienda alle nuove realtà casalinghe chiamate “lavorerò da casa”. Ecco la visione sul tema di Paolo Fortuna, Managing Director NFON Italia.

Paolo Fortuna, Managing Director NFON Italia

Quali sono state e quali sono le principali implicazioni di questo passaggio?

Quello che si è verificato è il più grande incidente che ci si potesse aspettare nel mondo dell'IT: la minaccia di una totale perdita di controllo sulla sicurezza. La modalità operativa che ci ha imposto la pandemia ha cambiato per sempre l'ecosistema del lavoro, senza che ce ne potessimo render conto pienamente. La digitalizzazione accelerata del lavoro ha anche rivelato il lato oscuro di quello che è stato un processo tecnologico troppo rapido, a partire dal far emergere problemi tecnici, per non parlare in alcuni casi di gravi conseguenze psicologiche. Oggi ad essere a rischio è l'efficienza dei lavoratori, la devozione e persino la salute mentale e per le aziende il rischio è di non poter contare sulle migliori risorse.

Quali sono i principali problemi emersi dal punto di vista pratico?

A oltre due anni di distanza, tra varianti virali, ricorrenti restrizioni e tendenze che si sono avvicendate all’interno del mercato del lavoro, si è reso evidente che non si potrà tornare indietro dalla logica del lavoro a distanza, o perlomeno da una modalità ibrida che includa una componente importante di home office. I problemi tecnici, di sicurezza e mentali sono emersi da subito. La percezione di una moltitudine di problemi si è immediatamente acutizzata, ma non poteva all’inizio – come non può oggi – tenere il passo con la velocità con cui questi stessi problemi evolvevano. Iniziava a rendersi evidente il lato oscuro della digitalizzazione: la velocità era all'ordine del giorno. Milioni di abitazioni private hanno dovuto adeguarsi “quasi” a veri e propri uffici. Il prezzo da pagare per l’eccessiva fretta in questa corsa all’adeguare gli spazi in alcuni casi si è pagato in termini di quesiti di sicurezza: quanto è protetto il router, come si accede alla rete aziendale, come vengono conservati i dati e molto altro… Il dipendente è diventato via d'accesso per una serie di rischi alla sicurezza per l’azienda senza esserne responsabile in alcun modo. Non dimentichiamo, inoltre, il problema legato alla carenza di dotazioni tecniche aziendali necessarie.
Questi sono solo alcuni dei problemi che nel corso degli ultimi due anni le aziende hanno dovuto affrontare rapidamente, ma non è tutto. Non è soltanto il luogo di lavoro o il modo di lavorare ad essere stato stravolto. C’è molto di più. Le persone si trovano oggi in un nuovo contesto, che possono non aver scelto e nel quale ora si trovano a lavorare, cioè a vivere. Ciò porta con sé problemi che gradualmente vengono alla luce.

L'approccio di adozione del lavoro a distanza come ripiego, attuato da molte aziende, deve essere indubbiamente ridefinito strategicamente. Quale consiglio date alle imprese?

Le imprese devono guardare alle risorse umane in un modo totalmente nuovo. La competizione per accaparrarsi i migliori dipendenti e l’efficienza stessa dei lavoratori si gioca in una nuova arena. Fornire alle persone un ambiente di lavoro digitale ottimale diventa estremamente importante in una situazione in cui uno dei principali fattori di stress risulta essere la mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata. Ciò che dobbiamo imparare ad affrontare in futuro è che uno stato di benessere mentale compromesso difficilmente permette di compiere il proprio lavoro con gioia, passione e successo. Nuovo mondo, nuove regole quindi! Il modello di lavoro a distanza o remote working diverrà lo standard, su questo non c'è più alcun dubbio. Il benessere, la salute mentale, un home office sicuro, sono tutti pezzi che compongono il puzzle di qualcosa di molto più complesso. A vincere o emergere nel mercato del lavoro saranno certamente coloro che sapranno imparare rapidamente dalle esperienze passate.


A cura della redazione

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