Internet, quale futuro tra AI, satelliti e guerre ibride

Dove sta andando Internet, tra la rivoluzione epocale dell’AI, i pericoli delle guerre ibride internazionali che coinvolgono i cavi sottomarini, e la corsa alla connettività via satellite?
Questo il tema principale di NAM25, il meeting 2025 di Namex: l’evento annuale del principale IXP dell’Italia centrale e meridionale è uno dei principali appuntamenti per gli addetti ai lavori di Internet e delle telecomunicazioni, e l’edizione di quest’anno si è tenuta qualche giorno fa a Roma con 700 partecipanti.
L’evento è stato aperto da Renato Brunetti, Presidente Namex: “Nel nostro Paese stiamo assistendo alla migrazione di reti e data center verso il Sud Italia e Roma, e anche grazie all’arrivo di cavi sottomarini cresce il ruolo dell’Italia come hub digitale del Mediterraneo: riteniamo che ciò possa realizzarsi anche grazie al contributo di Namex”.
A seguire il keynote “Il Sesto Potere” di Christian Cinetto, Head of Communication and Content di Namex, ha analizzato dove sta andando Internet, e se la rete sia ancora autenticamente libera o sempre più vulnerabile a influenze che ne minacciano apertura e neutralità.
Stefano Quintarelli, imprenditore e deputato, ha poi parlato della geopolitica dell’innovazione tecnologica nell’era Trump, analizzando il ruolo strategico della Rete, il crescente interesse dei governi verso la sovranità digitale e le dinamiche tra potere politico e grandi ecosistemi tecnologici.
Quindi Stefano Epifani, Presidente del Digital Transformation Insititute, ha affrontato il tema dell’etica dell’Intelligenza artificiale. “Non esiste un’etica univoca e nessuno vuole che la scelta etica venga fatta da chi alimenta l’algoritmo. Le norme non devono essere orientate a cosa l’AI può o non può fare, ma a garantire la possibilità di sapere come questi strumenti funzionano”.
“Gli algoritmi non hanno consapevolezza, i dati sono portatori di bias e l’IA li amplifica”, ha detto Epifani. “Oggi il mondo è ancora molto diviso e lontano culturalmente, e non può esistere un solo modello etico, un’etica unica o statica. E l’etica non sta nelle macchine, ma in chi le usa”.
A seguire un confronto ha visto coinvolti Enrico Maria Bagnasco, CEO di Sparkle, Renato Brunetti, CEO di Unitirreno, Antonio Deruda, Professore di geopolitica, e Serafino Sorrenti, CISO della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Il settore dei cavi sottomarini può essere considerato come il settore più “geopoliticizzato” al mondo insieme a quelli dell’energia e dei semiconduttori, e vede il confronto tra due forze: il settore privato (hyperscaler) e il potere politico. Abbiamo assistito a progetti che sono stati ridisegnati per ragioni che nulla hanno che vedere con la sostenibilità economica bensì quella geopolitica”, ha spiegato Deruda.
“Il traffico continua a crescere, raddoppiando ogni tre anni, e generando una pressione importante sui player del settore. Secondo dati di Telegeography, per i prossimi 3 anni è prevista una crescita del 40% sulla direttrice Europa-Africa, del 31% sulla direttrice Europa-Far East e del 30% circa tra Europa e Medio Oriente, a conferma della centralità dell’Europa nella mappa del traffico internet mondiale”, ha detto Bagnasco.
“Un altro tema riguarda la resilienza: il mercato non chiede più capacità su rotte note ma molta resilienza ovvero rotte alternative. Un terzo punto riguarda la relazione con gli OTT che sono passati, in 10 anni, da migliori clienti a migliori competitor. Tuttavia ci sono rotte e regioni del mondo in cui gli OTT non vogliono andare per varie complessità, quindi il ruolo degli operatori Telco resta essenziale”.
L’agenda di NAM25 ha visto anche il confronto, moderato dal giornalista, autore e divulgatore scientifico Emilio Cozzi, sul tema della Geopolitica dello spazio, con l’astronauta Paolo Nespoli, Tommaso Ghidini, Head Mechanical Department dell’ESA e Luca Rossettini, CEO & Founder di D-Orbit.
“Chi domina lo spazio oggi domina la Terra, o meglio ancora domina il futuro. Lo spazio è molto presente oggi nella vita quotidiana, prima di tutto per un’ampia gamma di commodities che diamo per scontate ma che di fatto sono basate sui satelliti. Pensiamo anche al tema del climate change, che è monitorato grazie a satelliti che osservano la Terra, o alle telecomunicazioni, che sono alla base della nostra vita quotidiana, dai dati personali a quelli finanziari, medici, fino a quelli militari, e passano tutti attraverso sistemi satellitari “ ha sottolineato Ghidini.
NAM25 è stato anche l’occasione per guardare al ruolo della scuola. È salito sul palco Pietro Grasso, politico ed ex magistrato italiano e oggi Presidente della Fondazione “Scintille di futuro” che ha fatto il punto su “Scuola onlife”, iniziativa formativa rivolta a docenti e studenti delle scuole secondarie di I e II grado per promuovere un’educazione digitale consapevole e sicura, nata un anno fa dalla collaborazione tra la Fondazione e NAMEX.
A chiudere la mattinata, Maurizio Goretti e Flavio Luciani, rispettivamente CEO e CTO di Namex, hanno illustrato la crescita e lo sviluppo del consorzio e i progetti futuri, sottolineandone l’impegno nel rendere il nostro Paese uno snodo strategico nel Mediterraneo.
“Rispetto allo scorso anno, grande novità per Digital Realty: ne parliamo da anni ma sono finalmente iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo data center a Roma, frutto della riconversione dell’ex Centro Acea di via delle Testuggini”.
“Fondamentale anche il ruolo sempre più centrale dei cavi sottomarini: lo scorso anno a luglio è arrivato il cavo di Sparkle presso il data center di Aruba mentre il cavo di Unitirreno, secondo ad arrivare a Roma, ha subito ritardi a causa di un grave danno alla nave stendicavi, ma dovrebbe arrivare verso fine 2025. Le network sono cresciute, sono oggi 264, con un trend di crescita confermato negli ultimi anni e voglio citare in particolare Tik Tok e Disney+, che sono entrate quest’anno e che hanno dato particolare impulso al traffico”, ha spiegato Goretti.
“L’infrastruttura di Namex su 5 data center è un’infrastruttura metropolitana che consente l’estensione del servizio di peering su tutta la città, con una capacità di circa 2 tera che sono ad oggi più che sufficienti a coprire la reale domanda di traffico dai data center remoti al quartier generale di Namex, il nostro data center storico in via dei Tizi. Namex però non è soltanto un peering point ma anche un’infrastruttura fisica: lo conferma l’aumento del numero di PNI all’interno del nostro data center e negli altri data center dove abbiamo i nostri punti di presenza”.
“Sicuramente il traffico è la cartina tornasole degli IXP: Namex è cresciuta in modo lineare dal 2016 al 2021, quando sono entrati sul mercato DAZN e Amazon Prime che hanno accelerato la distribuzione del traffico attraverso le content delivery network della nostra infrastruttura, portando a una sensibile crescita del traffico fino al 2024/2025, in cui assistiamo a moltissimi picchi di traffico legati in prevalenza ad eventi sportivi. Guardando al Nord Italia e a Milano, il divario sta diminuendo ma c’è ancora molto margine di crescita che puntiamo a sfruttare nei prossimi anni”, ha commentato Flavio Luciani.