Convergenza IT/OT, a che punto siamo?

Pier Giuseppe Dal Farra, IoT Industry Business Expert di Orange Business Services, esamina i vantaggi dell’avvicinamento tra IT e OT e l’impatto positivo che la convergenza può avere su una vasta gamma di settori.

Con l’arrivo dell’Internet of Things industriale (IIoT) e dell’Industry 4.0, si parla sempre più di convergenza IT/OT, cioè integrazione tra Information Technology (IT) e Operational Technology (OT), ambiti che tradizionalmente hanno vissuto esistenze separate nel settore industriale. Pier Giuseppe Dal Farra, IoT Industry Business Expert di Orange Business Services, esamina i vantaggi dell’avvicinamento tra IT e OT e l’impatto positivo che la convergenza può avere su una vasta gamma di settori.

Pier Giuseppe Dal Farra, IoT Industry Business Expert di Orange Business Services

Come cambia la catena del valore in un mondo che ormai resiste alla globalizzazione?

Come tutti sappiamo, l’OT è la catena del valore connessa alla produzione fisica di ogni azienda. Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), oggi il 70% del commercio globale coinvolge catene del valore globali. E non sono solo i dati a fluire a livello globale, ma anche la progettazione e i semilavorati, in un’interconnessione sempre crescente tra siti produttivi, ma anche tra fornitori e clienti.
Eppure, già nel 2019 – quindi prima dell'emergenza Covid-19 – la crescita del commercio globale stava rallentando (il tasso di crescita era sceso dal 5,5% nel 2017 al 2,1% nel 2019) e gli investimenti internazionali erano diminuiti di un quinto. Quali sono le ragioni? Sicuramente, l'aumento dei salari nei Paesi emergenti e le preoccupazioni sulla Responsabilità Sociale d’Impresa convergevano nel rendere meno interessante la delocalizzazione come mezzo per essere più competitivi.

In questo scenario, la catena del valore digitale diventa cruciale per la competitività?

L'uso efficace dei dati nelle ‘catene del valore digitale’ diventa un fattore chiave per garantire la competitività. Per avere successo, le imprese devono essere in grado di rispondere rapidamente.
Prima di un anno fa, avremmo parlato solo di geopolitica, tasse, tariffe, regolamentazione dei dati. Ma, a causa della pandemia, stiamo assistendo a un altro drammatico esempio della necessità di rispondere rapidamente a circostanze imprevedibili.

Qual è l’impatto della produzione digitale sulle vendite?

Prendiamo l’esempio di uno dei grandi player mondiali nel settore dell’abbigliamento sportivo. La convergenza tra IT/OT ha reso possibile analizzare il sentiment online, così da prevedere la domanda in tempo reale, realizzare un ‘digital twin’ come modello virtuale da utilizzare nei processi di produzione, eliminando la necessità di un prototipo; stampare in 3D componenti del prodotto finale, impiegare l’IoT per il controllo della qualità. Il ruolo dell’IoT continua anche nel post-vendita, con garanzia e manutenzione predittiva, e registrando le modalità di utilizzo da parte dei consumatori.
In questo modo, il tempo di produzione di un paio di sneaker personalizzate in modo massivo scende da 60-90 giorni a 24 ore, con evidenti ricadute positive sul business: secondo Morgan Stanley, il passaggio a un modello di produzione digitale abilitato all'intelligenza artificiale può aumentare le vendite del 15%.

E la scalabilità?

Certamente il passaggio da progetti pilota a implementazioni globali scalabili è la sfida principale. Per affrontarla, in Orange Business Services ci concentriamo su due pilastri: da un lato, un approccio top-down per creare strutture, processi e macchine intelligenti e connesse, e utilizzare informazioni dettagliate sui dati IT/OT per consentire l'automazione avanzata. Dall’altro, un approccio bottom-up, per far diventare realtà il lavoratore connesso intelligente, abilitato grazie agli insight forniti dai dati.

Che ruolo ricopre la realtà estesa per la sicurezza dei lavoratori?

Dando uno sguardo alle opportunità per aumentare l'efficienza e la sicurezza dei lavoratori, per gestire, adattare e ottimizzare le risorse automatizzate, le aziende devono fornire allo smart worker dell’industria le informazioni di cui ha bisogno. Ciò può essere ottenuto con soluzioni digitali sviluppate per il posto di lavoro.
Le soluzioni di realtà estesa rendono i luoghi di lavoro più produttivi e sicuri: possono ridurre a zero i tassi di errore e ridurre drasticamente i tempi di manutenzione e gli incidenti sul lavoro.
Quando facciamo riferimento alla realtà estesa, non stiamo più parlando solo di pilot: siamo già in fase di installazione. Ma la sfida che resta da affrontare per le aziende è implementare decine di migliaia di sistemi in modo sicuro, protetto e stabile in tutto il mondo.

Assistere i lavoratori in compiti complessi e aumentare la sicurezza: come affrontare questo tema nel modo migliore?

Prendiamo come esempio il nostro lavoro con una società mineraria globale: abbiamo collaborato per aiutare l’azienda a utilizzare elmetti di sicurezza, dotati di un micro display a comando vocale con video in diretta, visione artificiale abilitata all'intelligenza artificiale e dati in sovraimpressione.
Le implementazioni più semplici si declinano in collaborazione audio e video in tempo reale, che possono essere integrate con la funzionalità ‘lavagna’, in modo che un esperto da remoto possa evidenziare sul video le cose che richiedono attenzione.
Una seconda applicazione è costituita dalle istruzioni di lavoro digitali ‘passo passo’, mentre a un livello più alto di integrazione, i lavoratori possono ottenere informazioni dalle macchine su cui stanno lavorando grazie all'IoT, così da prendere decisioni più accurate ed eseguire la manutenzione predittiva.

In questo contesto, cresce quindi la tendenza alla ‘servitizzazione’.

La manutenzione predittiva da remoto è una parte importante della crescente tendenza alla ‘servitizzazione’, in cui un prodotto o un macchinario viene venduto come servizio, il che include il pagamento per il suo utilizzo, il tempo di attività e l'energia consumata all’ora.
Un modello di servitizzazione diversifica anche il rischio di grandi acquisti di attrezzature per i clienti perché è possibile ridurre il time-to-service fino al 75%, risolvere da remoto l'80% dei problemi dei clienti, e in ultimo aumenta la propensione all'acquisto, la fidelizzazione e la gestione delle garanzie.

In quale misura le macchine connesse risultano più intelligenti grazie ai dati IT/OT?

Il nostro secondo ambito di azione riguarda l'utilizzo delle informazioni sui dati IT/OT per creare macchine connesse più intelligenti. Per un cliente nell’industria cementifera, stiamo raccogliendo dati da sistemi OT legacy, implementando gateway di ‘traduzione dei dati’ per superare il problema di questi sistemi legacy in esecuzione su reti in silos e utilizzando protocolli di dati proprietari e non IP. I lavoratori vengono quindi informati sulla “ricetta” da seguire dal sistema di esecuzione della produzione e l'ERP può ripianificare automaticamente le scorte.

Qual è la terza area di applicazione?

La terza area di applicazione è lo smart asset management, che si riferisce a tutti i veicoli, strumenti, attrezzature e forniture necessari per creare prodotti e servizi.
Un progetto di cui siamo davvero orgogliosi coinvolge una grande azienda di petrolio e gas negli Stati Uniti: lo scopo era garantire che i veicoli fossero conformi alle norme di salute e sicurezza, evitando l’ingresso in aree vietate e pericolose. Allo stesso tempo, dovevano essere in grado di ottimizzare l'utilizzo delle risorse.
Abbiamo fornito una soluzione ideale per il monitoraggio dei veicoli per interni ed esterni, che utilizza un localizzatore GPS abilitato per LoRa (una tecnologia di rete Wide Area a bassa potenza che unisce grande portata e consumo energetico minimo).
Abbiamo anche progettato un sistema di geofencing che invia un allarme al gestore del sito quando i veicoli si muovono al di fuori delle aree designate: in questo modo il personale è in grado di localizzare facilmente i veicoli.

Che ruolo ricopre il concetto di ecosistema nel vostro approccio?

Il pilastro finale del nostro approccio è l'innovazione a livello dell'ecosistema: con questo intendiamo, ad esempio, nuove modalità di lavoro con i partner della supply chain. In Australia, stiamo lavorando con la società di ingegneria GHD per sostituire i passaggi a livello grazie all'IoT, per cantieri più sicuri: ciò consente agli ecosistemi delle compagnie ferroviarie, al pubblico in generale e ai diversi appaltatori coinvolti nei progetti di costruzione di lavorare meglio insieme su grandi programmi infrastrutturali. Il risultato è reso possibile da un enorme ecosistema, orchestrato dal nostro partner. La lezione è chiara: quando si parla di progetti grandi e complessi, nessuno può fare da solo.


A cura della redazione

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