Brennercom e VMware insieme per il cloud enterprise
Le due società fanno squadra nell’ambito del VMware Cloud Provider Program per offrire servizi di classe hyperscale e vicinanza ai clienti.
L’emergenza Coronavirus ha portato a un’esplosione di richiesta di servizi cloud. Molte aziende ne hanno fatto ricorso per proseguire le proprie attività a distanza, ma in questo contesto è aumentata anche la base di attacco per gli hacker. L’home working e lo smart working sono sicuramente due trend da seguire, ma devono essere supportati da infrastrutture efficienti, che garantiscano la sicurezza e il controllo del dato. A chi affidarsi? Quali garanzie deve offrire un fornitore di servizi cloud? Sono queste le domande cui ha provato a rispondere “Le qualità del Cloud Enterprise: tecnologia e servizi su misura”, il webinar organizzato da Brennercom in collaborazione con VMware e con la partecipazione dello Studio Previti.
Le parole chiave
Affidabilità, sicurezza, ma anche qualità, agilità ed elasticità. A sottolineare le key word del cloud è stato Pietro Giovannini, cloud architect di Brennercom, società service provider di servizi cloud, internet, voice, sicurezza e unified communication che dispone di tre data center a Trento, Innsbruck e Bolzano. “Siamo proprietari di una rete ad anello con importanti sbocchi Internet, tre a Milano e due in Germania, oltre che di uno dei più grandi cluster europei di iperconvergenza che offre un alto livello di connettività, equilibrio e affidabilità al cloud”, ha spiegato illustrando gli aspetti caratterizzanti l’attività dell’azienda che tra gli altri eroga servizi di IaaS, disaster recovery, piattaforme di VDI oltre che soluzioni di networking sia su rete fibra che wireless. “Garantiamo peering verso Internet con i principali operatori europei. Un aspetto fondamentale, questo, in quanto è necessario portare i servizi dove c’è Internet, non Internet dove ci sono i servizi. E in tal senso, trasferire i dati in un data center inserito in una backbone come la nostra, collegata a Internet in modo ottimale, ne aumenta sicuramente la capacità e la resilienza”.
Supporto
Un approccio, quello descritto da Giovannini, “che trova le sue fondamenta sul lavoro del team di Brennercom, service provider accreditato AgID in cui operano professionisti che quotidianamente assistono le imprese verso la digitalizzazione con soluzioni sartoriali, su misura, e offerte integrate che comprendono anche servizi di security, collaboration e communication. Una proposta ampia che indirizziamo grazie a tecnici qualificati, che vantano oltre 40 certificazioni specialistiche e che hanno realizzato i servizi dei nostri data center scegliendo il meglio sul mercato”, ha aggiunto sottolineando come la prossimità alle aziende e l’innovazione continua siano gli elementi differenzianti un servizio cloud enterprise di valore: “Un servizio che Brennercom vuole garantire tramite un’infrastruttura ‘best of breed’ in iperconvergenza e il supporto H24 del proprio team, capace di instaurare con i clienti un rapporto di fiducia e un legame costante utile per rispondere in modo ottimale e proattivo a tutte le esigenze”.
Un caso concreto
Brennercom ha guidato la migrazione al cloud di aziende attive in diversi settori. Tra queste, Edok, realtà italiana che offre soluzioni di document e workflow management e che negli anni ha intrapreso un importante percorso di digital transformation. “La nostra società, nata nel 2005 con il prodotto di punta HyperDok, negli anni ha allargato la gamma di servizi e soluzioni – ha raccontato Andrea Pizzoni, direttore commerciale di Edok. Nel 2009 abbiamo lanciato il servizio di conservazione a norma in outsourcing, mentre nel 2013 le prime versioni del servizio di fatturazione elettronica verso la PA. Successivamente, raggiunta la certificazione ISO 27001 e l’accreditamento ad AgID, abbiamo deciso di riorganizzare la nostra infrastruttura in sinergia con Brennercom. Un percorso iniziato nel 2016 che ci ha permesso di qualificare ulteriormente la nostra offerta”. Nel 2018 l’azienda ha rilasciato il servizio di fatturazione elettronica B2C e B2B e nei mesi scorsi ha lanciato la prima versione di HyperCloud, piattaforma di document management completamente basata sul cloud. “Un percorso che in poco tempo ha portato la nostra società a contare migliaia di nuovi clienti – ha sottolineato Pizzoni. Brennercom è riuscita a guidarci in tutti questi passaggi garantendo la giusta scalabilità delle soluzioni e l’ottimizzazione delle risorse con il supporto di figure tecniche qualificate e tecnologie di spessore, come quelle di VMware, che ci hanno consentito di gestire in maniera semplice l’adozione del cloud senza alcuna discontinuità dei servizi”.
La sinergia
Un ruolo centrale nella migrazione al cloud di Edok, infatti, è stato ricoperto dalle soluzioni di VMware e in particolare da vRealize Operation Manager, strumento di capacity management per la gestione e la configurazione dell’infrastruttura che consente di analizzare costantemente l’impiego di risorse al fine di implementare policy di ottimizzazione utili sia in termini di performance che di risparmio economico. Una tecnologia, questa, che Brennercom mette a disposizione delle aziende in qualità di provider VCPP, l’ecosistema globale di partner di VMware che nell’ambito del VMware Cloud Provider Program offrono servizi in base alle esigenze locali e alle peculiarità dei clienti. “I provider VCPP, sfruttando la piattaforma VMware vCloud Director, favoriscono la migrazione al cloud delle aziende in modo dinamico e agile, con un modello di utilizzo ‘pay as you grow’ dell’infrastruttura e un facile accesso agli utenti”, ha spiegato Michele Apa, systems engineering manager di VMware. Attualmente sono oltre 4.300 i provider VCPP attivi in più di 120 Paesi. “Il nostro obiettivo è trasferire un servizio cloud di livello hyperscale in casa dei clienti. Con il VMware Cloud Provider Program mettiamo a disposizione delle aziende partner locali che hanno conoscenza di mercati specifici e sono in grado di offrire tramite soluzioni VMware funzionalità di automazione, un ampio catalogo di servizi infrastrutturali e macchine virtuali pronte per poter essere ospitate nei data center messi a disposizione dai VCPP, ma sempre nel tenant dei clienti, quindi in totale sicurezza”. Uno stack software-defined data center pensato per differenti casi d’uso: sia per la migrazione di un ambiente applicativo esistente e di workload critici, sia come ‘green field’ in cui sviluppare un’infrastruttura moderna e applicazioni di nuova generazione. “Il tutto – ha concluso Apa – rispondendo alle nuove necessità delle aziende, che dal cloud si aspettano consistenza dell’infrastruttura e delle operation, l’offerta di servizi in linea con quelli già utilizzati e il minimo impatto sugli investimenti compiuti nel tempo”.
Le domande da porsi
“Chiarire subito quali tipologie di dati salvare e porre particolare attenzione a quanto dichiarato a livello contrattuale da parte del fornitore”. È questo il consiglio che l’avvocato Vincenzo Colarocco, responsabile del dipartimento protezione dei dati personali, compliance e sicurezza informatica dello Studio Previti, dà alle aziende per la scelta del migliore cloud provider: “Esiste la possibilità che i miei dati vengano trasferiti all’estero? Quali misure di sicurezza sono garantite? Avrò il controllo sui dati? Chi sono i soggetti terzi che li tratteranno? Sono definite le politiche di backup e disaster recovery? I driver di adozione del cloud devono rispondere a queste domande, seguendo i principi chiave dettati dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, senza dimenticare che un sinonimo di affidabilità e qualità di servizio di un fornitore è il possesso di determinate certificazioni, come la ISO 27001, oltre che l’adesione al Cybersecurity Act e alle linee guida dell’Enisa”.