Skip to main content

Auto elettriche, l’Italia resta indietro

Solo il 10,5% delle immatricolazioni è elettrico, contro il 24% della media UE. Un report di PwC Strategy& Italia approfondisce motivi di soddisfazione e criticità

L’Italia resta indietro rispetto all’Europa nella mobilità elettrica, con solo il 10,5% di veicoli elettrici (PHEV e BEV), contro una media europea del 24%, che culmina nelle altissime percentuali in Norvegia (96,1%) e Svezia (61,3%).

Nella prima metà del 2025, le immatricolazioni di auto elettriche in Italia e nell’UE-27 sono state molto inferiori alle previsioni del 2021 (-47%): aumenta quindi il rischio di un notevole ritardo rispetto alle scadenze fissate dall’Unione Europea. Se prosegue questo trend, l’UE raggiungerà la riduzione del 55% di emissioni di CO2 non prima del 2032 e l’obiettivo zero emissioni oltre il 2040, invece che nel 2035 come previsto.

È quanto emerge dalla 6° edizione dell’indagine eReadiness Study 2025 di PwC Strategy& Italia condotta in 28 Paesi, con analisi approfondite su profili di consumatori, infrastrutture, incentivi e trend di mercato. Come nelle edizioni precedenti, gli intervistati sono stati divisi in 3 gruppi: proprietari di veicoli elettrici (EV owner), chi pensa di comprarne uno entro 5 anni (EV prospect) e gli scettici (EV sceptic).

Proprietari di EV soddisfatti, ma sempre più esigenti

Il profilo dei proprietari di veicoli elettrici in Italia sta evolvendo rapidamente. Il 90% si dichiara soddisfatto del prodotto, ma emergono nuove esigenze e punti di attenzione. La soddisfazione è trainata dall’esperienza di guida e di ricarica. Gli insoddisfatti lamentano invece carenze nella rete di ricarica pubblica (43%), performance inferiori della batteria a basse temperature (36%) e costi di manutenzione superiori alle attese (32%).

Gli italiani con un veicolo elettrico ricaricano principalmente a casa o in ufficio (63% del campione), ma cresce la ricarica pubblica, con il 37% di consumatori (contro il 28% nel 2024) che la utilizzano come soluzione principale. In generale c’è un miglioramento nella soddisfazione della ricarica pubblica (+ 5 p.p. nel 2025 vs. 2024).

Il 43% degli EV owner ha acquistato una soluzione di ricarica privata contestualmente all’acquisto della vettura, mentre il 23% lo ha fatto in un secondo momento. L’installazione della wall-box è un fattore chiave per la soddisfazione dei clienti, che preferiscono quando è gestita direttamente dal concessionario rispetto a tecnici indipendenti.

Per l’acquisto, il negozio fisico resta il più usato: il 55% acquista nelle concessionarie, il 21% dai rivenditori multimarca e il 14% negli store di noleggio a lungo termine. Il 39% degli EV owner ha scelto il noleggio a lungo termine, mentre gli abbonamenti sono ancora pochi (2%).

Il 49% degli EV owner considera l’usato per la prossima auto, a patto che sia garantita una copertura per la batteria (58% dei casi).

EV sceptic: ricarica e costo delle vetture restano le principali barriere

Gli EV sceptic, circa un terzo degli intervistati in Italia, conferma le preoccupazioni emerse nelle edizioni precedenti: autonomia limitata, tempi lunghi di ricarica, e costo alto sono le principali ragioni per cui non scelgono veicoli elettrici. In Italia, autonomia e costo sono considerati più importanti rispetto agli altri principali paesi europei (50% vs 41% per l’autonomia e 42% vs 33% per il costo).

“Il mercato italiano dei veicoli elettrici resta frenato da un’offerta ancora poco attrattiva nel segmento delle vetture compatte (segmenti A e B), che rappresenta circa il 60% del totale delle immatricolazioni nel nostro Paese, e quindi ricopre una fondamentale importanza per lo sviluppo della mobilità elettrica nel mass market. In questa fascia, l’autonomia delle batterie e i prezzi di acquisto presentano ancora differenze significative rispetto alle aspettative dei consumatori”, sottolinea Francesco Papi, Partner PwC Strategy& e Automotive Leader.

L’Italia nell’eReadiness Index: piazzamento deludente

L’eReadiness Index è un indicatore composito che misura il livello di maturità di ciascun Paese nel percorso di transizione verso la mobilità elettrica di massa.

Nel 2025, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 2,5 su 5 (in calo di 0,4 punti rispetto all’anno scorso), posizionandosi negli ultimi posti tra i Paesi europei analizzati. A guidare la classifica sono Norvegia (4.4), Singapore (4.3) e Olanda (4.0), più avanti dell’Italia su tutte le dimensioni considerate.

Sul fronte delle infrastrutture di ricarica, l’Italia ha registrato alcuni miglioramenti, in particolare grazie all’aumento dei punti di ricarica ultra-fast (>150kW) e a una quota più elevata di energia rinnovabile prodotta.

Tuttavia nel confronto con gli altri Paesi Europei resta un forte divario: le colonnine ultra-fast sono solo il 7% del totale, contro il 17% in Germania e l’11% in Francia e Regno Unito e la penetrazione del numero di punti di ricarica pubblici in relazione al parco circolante rimane stabile (1,4 punti di ricarica ogni 1.000 vetture) e al di sotto dei valori in altri Paesi come Francia (3,9) e Germania (3,2).

“Dal punto di vista della domanda potenziale, il trend è positivo con il 38% (vs. 33% nel 2024) dei consumatori italiani che dichiara l’interesse ad acquistare un EV nei prossimi due anni. Tuttavia restano da affrontare le principali barriere alla trasformazione di questa domanda potenziale in quote di mercato effettive, specie nelle aree del Centro-Sud dove si concentra la fascia di popolazione meno abbiente. Gli OEM, le utilities e il sistema pubblico devono lavorare in sinergia per garantire ai consumatori vetture a un costo accessibile e che garantiscano autonomia ed esperienza di ricarica appropriata su tutto il territorio nazionale”, conclude Francesco Papi.

Analisi di mercato, veicoli elettrici


Office Automation è da 45 anni il mensile di riferimento e canale di comunicazione specializzato nell'ICT e nelle soluzioni per il digitale, promotore di convegni e seminari che si rivolge a CIO e IT Manager e ai protagonisti della catena del val...