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La resilienza radicale di Veeam

Intervista a Tim Pfaelzer, General Manager & Senior Vice President of Europe, Middle East and Africa (EMEA) del vendor.

Con Tim Pfaelzer, General Manager & Senior Vice President of Europe, Middle East and Africa (EMEA) di Veeam, abbiamo approfondito l’approccio alla protezione dei dati, passando dalle tradizionali soluzioni di backup a un concetto olistico di ‘resilienza radicale’. Al centro i vari aspetti della sicurezza, del ripristino e dell’offerta di prodotti e servizi di Veeam.

Ripercorriamo brevemente il vostro percorso…

Veeam ha avviato la sua attività 20 anni fa offrendo esclusivamente servizi di backup per ambienti virtuali, oggi considerati un prodotto necessario ma ‘obsoleto’. L’obiettivo si è nel tempo ampliato fino a comprendere la ‘resilienza radicale’, che va oltre il semplice backup. Essa include infatti: garanzia dell’immutabilità e dell’integrità dei dati; mantenimento di reti sicure; capacità di ripristino rapide e accurate; fornitura di strumenti di risposta agli incidenti. Di fatto con questo termine si intende un’integrazione perfetta di diversi elementi per garantire che i clienti non debbano mai preoccuparsi della sicurezza e della disponibilità dei propri dati. In questo scenario oggi Veeam supporta ambienti di business complessi e un’ampia gamma di carichi di lavoro e sedi.

Come traducete tutto questo nella vostra offerta?

Veeam è una realtà che pur essendo incentrata sul prodotto offre anche servizi aggiuntivi. Partiamo dai modelli di consumo: i clienti hanno diverse opzioni. Acquistarli e gestirli autonomamente, utilizzare un’appliance software (installabile con un semplice doppio clic), sfruttare le reti dei partner per l’hosting, affidarsi a opzioni come Veeam Data Cloud su Microsoft Azure Blob. I nostri servizi si strutturano su più livelli, partendo dai servizi gestiti per una gestione completa arrivando a quelli professionali completi di account manager tecnici per seguire realtà complesse e servizi professionali basati su progetti per esigenze specifiche. Da citare infine l’ecosistema di partner per una vasta rete di oltre 20.000 fornitori di servizi accreditati Veeam in tutta l’area EMEA, ponendo l’accento su un approccio ‘partner-first’.

Come sono cambiati i vostri stakeholder e come valutate la maturità delle realtà dove operano?

Inizialmente si parlava principalmente con il personale dei data center. Successivamente sono entrati in gioco CIO, CISO e team di sicurezza, anche di fronte alle crescenti minacce esterne. Oggi c’è un coinvolgimento significativo dei CFO, che riconoscono l’impatto finanziario della perdita di dati (reputazione, minori vendite, costi di recupero) e considerano la resilienza come un investimento. Ecco che per valutare la maturità delle organizzazioni proponiamo il Data Resilience Maturity Model (DRMM). Questo prevede che i clienti partecipino a un questionario in stile workshop, che porta alla creazione di un documento di più pagine che delinea il loro attuale livello di resilienza (da 1 a 4, dove 4 è il massimo). Quindi fornisce delle raccomandazioni relative a IT, persone, processi e sistemi per ottenere una maggiore resilienza. In tale scenario un aspetto fondamentale della resilienza di alto livello è l’eliminazione dei silos tra CIO, CFO e CISO, favorendo una comprensione collaborativa dei rischi e delle sfide aziendali. Inoltre il DRMM fornisce assistenza nei processi di conformità a normative come il DORA e il Resilience Act.

Qual è il vostro orientamento rispetto a driver come normative e intelligenza artificiale?

Relativamente alle normative, DORA (Digital Operational Resilience Act) e il Cyber Resilience Act esercitano di fatto delle pressioni sulle aziende affinché si conformino, applicandosi in modo ampio a più settori, non solo a quello finanziario. L’AI è invece un’arma a doppio taglio offrendo sia minacce che opportunità. Sul primo versante consente tentativi di attacco più pericolosi e personalizzati. D’altro canto viene utilizzata per migliorare la sicurezza dei prodotti, guidare i clienti verso progetti ottimali basati su set di dati simili ed è integrata nello sviluppo delle soluzioni (ad esempio, abbiamo una partnership con Microsoft per l’integrazione di Copilot). In generale sempre più aziende digitali sono meglio preparate all’AI mentre quelle tradizionali devono affrontare una sfida maggiore. L’interesse per i vantaggi è tuttavia in crescita, ma ci sono rischi che vanno gestiti come l’ inserimento dei dati aziendali in strumenti di AI pubblici.

Approfondiamo infine alcune delle vostre ultime operazioni di mercato…

Cito l’acquisizione di Coveware del 2024 che ha aggiunto una capacità cruciale di risposta agli incidenti, completando il ‘cerchio della resilienza’ con l’anello esterno. Di fatto aiuta a identificare gli autori delle minacce, a negoziare se necessario, e a recuperare l’accesso ai dati in modo efficiente. Di recente abbiamo invece lanciato Veeam Software Appliance, un’appliance software di nuova generazione, pre-hardened e facile da installare, progettata per offrire ai clienti scelta e flessibilità in termini di infrastruttura, essendo indipendente dall’hardware. Appliance che supporta ambienti di piccole e grandi dimensioni, presenta funzioni di backup e ripristino e protezione da ransomware. Il tutto che si tratti di ambienti fisici, virtuali o cloud.

Backup, Sicurezza, Veeam


Giornalista professionista, dal 1997 si occupa dell’evoluzione delle tecnologie ICT destinate al mondo delle imprese e di quei trend e sviluppi infrastrutturali e applicativi che impattano sulla trasformazione di modelli e processi di business, e sull'esperienza di utenti e clien...