Red Hat: anche in ambito storage guadagna consensi il paradigma open source
Le aziende che devono adottare uno storage elastico per gestire workload moderni e facilitare la portabilità applicativa nell’open hybrid cloud guardano con sempre maggiore attenzione allo storage software defined open source.
Lo storage a livello globale è la seconda voce di spesa IT (per un valore, secondo stime recenti, di 16 miliardi di dollari), preceduta solo dai sistemi operativi. Un dato che può spiegare l’interesse di Red Hat verso questo mercato. Gli investimenti che l’azienda continua a fare in questa direzione hanno però radici più profonde. “Più cresce la mole di dati da gestire, più cresce l’esigenza di storage – esordisce Alberto Fidanza, storage sales leader Italy di Red Hat. Questo implica complessità legate non solo all’aumento delle capacità, ma anche alle previsioni di utilizzo e all’ottimizzazione delle risorse, e in questo scenario le soluzioni di storage software defined (SSD) giocheranno un ruolo sempre più importante. Non a caso le aziende che devono adottare uno storage elastico per gestire i moderni workload e facilitare la portabilità applicativa nell’open hybrid cloud stanno guardando con sempre maggiore interesse al paradigma SSD che, astraendosi dall’infrastruttura, è molto più flessibile e adattabile rispetto all’hardware dedicato. L’SSD è aperto per definizione, ma Red Hat, a differenza di molte soluzioni proprietarie che si fregiano di tale etichetta, è open source, aperto per antonomasia e realmente basato su collaborazione e condivisione. Ci avvaliamo delle innovazioni della community di sviluppatori, partner e clienti per consentire alle organizzazioni di controllare totalmente la formattazione e l’utilizzo dello storage in base alle loro specifiche esigenze in termini di carichi di lavoro, ambienti IT e di business”.
Red Hat Storage
L’interesse di Red Hat per lo storage nasce nel 2011 con l’acquisizione di Gluster, fornitore di soluzioni di storage open source scale-out per la standardizzazione della gestione di dati non strutturati, a cui anni dopo è seguita Inktank Ceph, piattaforma progettata per storage a oggetti e infrastrutture cloud. Grazie a nuovi sviluppi e ad altre acquisizioni Red Hat oggi è in grado di offrire una gamma di soluzioni flessibili e modulari in grado di supportare tutte le tipologie di storage – a blocchi, file e oggetti – garantendo un’integrazione trasparente con tutto lo stack Red Hat, “un’offerta che genera sempre maggiore interesse in tutti i mercati, incluso quello italiano”, assicura Fidanza. R.C.