OVHcloud: ecco perché siamo un cloud player puro
Dall’economia circolare a Gaia-X, a offerte economicamente accessibili e anti-lock-in. Questi e altri i tratti distintivi dell’operatore europeo attivo in Italia da 14 anni.
Questa primavera saranno quattordici anni che OVHcloud opera in Italia. Davide Letizia, cloud solutions sales specialist della società ci spiega come si distingue un player che oggi si posiziona come operatore europeo cloud puro.
Qual è oggi il ruolo che gioca OVHcloud in Italia?
L’Italia per noi è molto importante perché è il secondo mercato continentale dopo la Francia, dove siamo nati nel 1999. Offriamo soluzioni economicamente accessibili, con standard industriali, libere dal lock-in dei vendor e con il migliore livello di servizio sia per le PMI sia per le grandi enterprise. Molte realtà italiane oggi chiedono di essere accompagnate con sicurezza e affidabilità nella transizione dall’IT legacy al digitale dove l’approccio tecnologico consente di scalare velocemente ogni tipologia di applicazione sulla base della richiesta del momento.
Siamo un cloud provider puro e lavoriamo con una rete di partner, che nel 2021 è cresciuta di 20 nuovi operatori tra system integrator, managed service provider e rivenditori a valore aggiunto. Non facciamo competition verso di loro.
Come OVHcloud si distingue dai concorrenti?
OVHcloud è nativamente europea, rispettiamo pienamente il GDPR e siamo esenti da tutte le leggi che i player globali statunitensi e cinesi sono invece tenuti a rispettare a causa delle norme dei loro Paesi d’origine. Il tema della piena sovranità del dato, molto sentito in Europa, è un concetto che OVHcloud ha concretamente realizzato.
La nostra offerta è ‘all inclusive’ a traffico illimitato: non applichiamo costi in ingresso e in uscita dal nostro cloud. Garantiamo una realistica predicibilità dei costi e supportiamo un modello a economia circolare che ci permette non solo di essere ‘green’, ma anche di abbattere molti costi, a tutto vantaggio del cliente finale.
Come realizzate l’approccio all’economia circolare?
È un modo di essere che ci caratterizza da quando siamo nati e ci occupavamo solo di web hosting. Il nostro fondatore Octave Klaba dimostra una particolare sensibilità sul tema e quindi: i nostri data center vengono realizzati seguendo un modello di nostra concezione che risponde alle regole dell’economia circolare; ci costruiamo in casa i server e così facendo aumentiamo il loro ciclo di vita; abbiamo brevettato un sistema chiuso di raffreddamento ad acqua, che taglia di molto i consumi rispetto alle altre soluzioni a liquido di altri competitor, e di molto quelli energetici rispetto all’utilizzo di aria condizionata; facciamo il più possibile ricorso alle logiche del riuso di tutte le risorse IT fisiche. Inoltre, tra le altre cose, abbiamo disegnato e operiamo su larga scala il nostro sistema di protezione contro gli attacchi malevoli distribuiti (anti-DDoS) a garanzia di tutti i clienti ed è incluso senza costi aggiuntivi, mentre la rete in fibra ottica che connette tutti i nostri 33 data center nel mondo è interamente di nostra proprietà. Controllando tutta la filiera produttiva possiamo decidere quando accelerare la produzione o il miglioramento stesso delle nostre soluzioni, utili per seguire le esigenze del mercato, senza quindi dipendere dall’innovazione delle terze parti. Così governiamo anche molto bene le nostre politiche di pricing con offerte veramente accessibili e aggressive.
Perché OVHcloud ha deciso di partecipare fin dall’inizio al consorzio europeo del cloud federato Gaia X?
Abbiamo sempre dimostrato un forte impegno, anche in passato per esempio con l’iniziativa Cispe, nelle iniziative che danno robustezza e garantiscono l’eterogeneità del mercato, anche in un’ottica di competition con i grandi player globali. Il mercato ha risposto bene: nell’ultimo anno il numero delle organizzazioni italiane che tramite OVHcloud hanno scelto Gaia-X sono più numerose di quelle tedesche. In Gaia-X, non ci sono solo grandi aziende, come per esempio Poste, ma anche tanti system integrator che attraverso il consorzio europeo vedono l’opportunità di estendere le loro attività al di fuori dei confini nazionali. Il forte impegno sul tema del ministro Colao e del suo capo di gabinetto Stefano Firpo è un fattore positivo in più.
Quali novità avete per il 2022?
La nostra crescita, ricordo che dal 2021 OVHcloud è quotata alla Borsa di Parigi, è garantita dall’innovazione continua che apportiamo alle offerte, migliorandole. Questa è stata rinnovata recentemente: nella linea ‘bare metal’, server fisici puri disponibili via cloud dove il cliente finale implementa le sue politiche di piattaforma o servizio; hosted private cloud, il cliente decentralizza il suo cloud privato spostandolo dal suo data center aziendale, a uno o più data center gestiti da OVHcloud che si occupa di sicurezza, manutenzione e delle altre tematiche operative. Nell’ambito public cloud, abbiamo esteso le offerte PaaS. Abbiamo poi nuove linee di server scalabili ad alte prestazioni e un’offerta di database gestiti di tipo open source, proprio per eliminare i lock-in.
Tra le tante novità previste per il 2022, quella relativa alla Trusted Zone ci posizionerà un passo avanti: sarà uno spazio cloud dove si possono ospitare applicazioni estremamente critiche protetto da logiche che prendono spunto dalla certificazione SecNumCloud, oggi la più rigorosa a livello europeo.