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Le mPMI italiane e gli orizzonti dell’innovazione

Pilastro economico e sociale del Paese, le mPMI italiane mostrano ancora fragilità strutturali e culturali nei confronti dell’innovazione digitale. Eppure l’ecosistema di fornitori e partner specializzati è pronto a guidarle con soluzioni su misura. Alcuni esempi mostrano che innovare in modo sostenibile è possibile, anche per le realtà più piccole.

In Italia le mPMI (micro, Piccole e Medie Imprese, con meno di 250 dipendenti o meno di 50 milioni di euro di fatturato) sono un caposaldo della società, ancor più che dell’economia: per la grande maggioranza di noi, la prima impresa che incontriamo uscendo per strada, o quella di cui conosciamo meglio la responsabile, è una mPMI. Più del 60% del valore aggiunto prodotto in Italia proviene da loro, ma rispetto alle confrontabili Francia e Germania, abbiamo molte più microimprese (fino a 10 dipendenti o 1 milione di fatturato) e queste sono molto meno produttive delle loro corrispondenti (mentre le PMI vere e proprie lo sono di più). Questo eccesso, oltre alla carenza altrettanto grave di grandi imprese (metà della Francia, un quinto appena della Germania), è tra i fattori di fragilità e debolezza dell’economia italiana, anche dimenticando quante microimprese siano espedienti: singoli individui costretti proprio malgrado a farsi imprenditori di sé stessi.

Persino tra le PMI vere e proprie, poi, pur “migliori” della media europea, molte considerano l’innovazione inutile. Secondo il Report sull’Innovazione Digitale nelle PMI 2024 dell’omonimo osservatorio del Politecnico di Milano, sono ben il 35%: per il 21% l’innovazione è marginale nel loro settore, l’8% non ne comprende i benefici e il 6% la considera troppo costosa. Tacciarle di miopia sarebbe… miope: la trasformazione digitale richiede una capacità di programmazione e gestione che in un’organizzazione piccola è oggettivamente difficile da sviluppare.

Questa situazione è pericolosa per la società nel suo complesso più ancora che per le singole imprese. Limitandosi per semplicità alla cybersicurezza, il Rapporto CLUSIT 2025 evidenzia, in uno studio dedicato alle mPMI, che se “solo” il 5,8% dei rispondenti all’utilissimo PID Cyber Check risulta avere un livello di rischio alto, ben il 72,4% vive pericolosamente: ha un rischio medio, quando le azioni per arrivare al livello di rischio “basso” sono piuttosto semplici e poco costose (eppure, solo il 21,8% le ha fatte)!

Un fattore essenziale, secondo entrambi i report, è la cultura: poca formazione, rari i ruoli di responsabile dell’innovazione o della sicurezza, rare le certificazioni (nella sicurezza, solo il 9% delle mPMI ne ha una). Diventa allora vitale il ruolo dell’ecosistema: imprese specializzate, capaci non solo di offrire i prodotti e i servizi innovativi di cui le mPMI hanno bisogno, ma innanzitutto di guadagnarsi la fiducia di imprenditori che faticheranno a capire fino in fondo quello che pure faranno, e di convincerli a sviluppare le competenze per sostenere in autonomia i cambiamenti avviati con l’aiuto di specialisti del digitale Molti operatori in ruoli diversi, dai system integrator ai fornitori di soluzioni software, dai consulenti aziendali a chi offre servizi SaaS, evidenziano le stesse difficoltà e propongono approcci simili per superarle. Confermano in tanti che il primo nodo da sciogliere è di fiducia: tra PMI e fornitore, certo, ma soprattutto da parte della PMI stessa nella sua capacità di innovare. Quasi tutti quelli che hanno contribuito a queste pagine sottolineano la necessità di mirare a risultati molto concreti, definiti e verificabili, con passi graduali, e quella di definire un percorso su misura che affronti e superi per primi i bisogni più urgenti di ciascuna realtà, spesso aiutando anche a comprenderli. Vitale, quanto spesso difficile, è la capacità di progettare questi percorsi a costi sostenibili per l’impresa, sia mentre si costruisce il cambiamento, sia nella sua gestione a lungo termine. Per chi offre soluzioni e servizi, in particolare, è importante che questi siano modulari per poter attivare prima solo quelli più necessari. Una delle leve che molti usano per creare con i propri clienti occasioni di innovazione è la messa a norma rispetto ai nuovi obblighi, per esempio di sicurezza, sostenibilità e resilienza, che in questi anni dal mondo delle grandi imprese si diffondono a quello delle piccole e piccolissime.

Le risposte dell’ecosistema alle esigenze delle mPMI

In un panorama diversificato come quello delle mPMI, l’ecosistema risponde con temi e approcci comuni come quelli indicati sopra, e con altri peculiari e specifici di un settore, di un’esigenza specifica o di un’altra nicchia. Conviene fare qualche esempio, tra le migliaia possibili e le centinaia notevoli.

Un’esigenza specifica che da decenni le mPMI percepiscono, tanto da cercare spontaneamente soluzioni innovative per ridurre i costi e migliorare i servizi, è quella delle telecomunicazioni e collaborazione digitali: dalla fonia nazionale e internazionale ai centralini digitali, dall’accesso a internet alle videoconferenze. Molte imprese nate come operatori di telecomunicazioni B2B ai tempi del cablaggio di uffici e provincie, della connettività e dei centralini, hanno saputo valorizzare la fiducia costruita allora, evolvendo la propria offerta per accompagnare i clienti verso la virtualizzazione delle infrastrutture e il cloud ibrido. Tra i tanti esempi possibili si possono citare Convergenze, Intred e Professional Link.

La prima fu fondata nel 2005 come società di telecomunicazioni monoprodotto per contribuire a colmare con servizi WiFi il digital divide del Cilento, nel Salernitano. Si diversificò verso la fonia fissa digitale, poi con la realizzazione di reti in fibra ottica, come rivenditore e dispacciatore di energia elettrica 100% rinnovabile e gas, e lo sviluppo di un piccolo data center edge, fino a una rete di colonnine di ricarica per veicoli EVO. Come primi fattori che hanno permesso loro di sviluppare la fiducia dei clienti ed evolvere il proprio modello di business citano il buon esempio, cioè, adottare per se stessi le nuove tecnologie prima di proporle e sviluppare competenze interne di personalizzazione profonda della propria offerta. In questo modo possono adattarla a pratiche già consolidate dei clienti, svincolando l’evoluzione tecnologica da quella di processo per introdurle più facilmente e differenziandosi dai grandi operatori nazionali.

La seconda, Intred, nacque negli anni Novanta, e nel tempo ha realizzato una rete proprietaria in fibra ottica per tutta la Lombardia. Ora sta evolvendo le infrastrutture dove ospitava server e apparati di rete per i propri clienti in un nuovo data center di capacità ragguardevole (fino 4 moduli da 1,5 MW di potenza ciascuno) dove ospitare anche applicazioni cloud native con le quali modernizzare ulteriormente le architetture dei clienti, aiutandoli a conservare un certo grado di autonomia rispetto ai grandi operatori cloud pubblici mondiali. Professional Link (PLINK), nata in un contesto simile nella Lombardia occidentale, si è sviluppata con soluzioni chiavi in mano anche per esigenze molto complesse di aziende medio-grandi, come le reti internazionali di uffici e negozi. Ha costruito una cultura aziendale fortemente coesa e motivata, libera da gerarchie tradizionali, che chiama “euleriana”, fondata su centri di competenza naturali, interconnessi e dinamici, che valorizzano il contributo di ciascuno e favoriscono lo sviluppo di quella che PLINK definisce ‘innovabilità’. Per PLINK, ‘innovabilità’ è la capacità di rendere l’innovazione non solo accessibile, ma anche comprensibile, valutabile nei suoi benefici e coerente con il percorso di trasformazione digitale dell’azienda, che deve essere guidato da consapevolezza e visione. Una componente distintiva della cultura e dell’approccio di PLINK all’innovazione è anche la frugalità: innovare non significa disporre di risorse illimitate, ma saper selezionare, tra le innovazioni possibili, quelle davvero utili e sostenibili per ogni specifico contesto aziendale.

Per Finance e Sicurezza

Finanza.tech ha scelto un modo speciale per stimolare le PMI ad avviare un percorso innovativo: si concentra sul tema concretissimo del sostegno economico-finanziario alle politiche di crescita e creazione del valore nel medio periodo, spesso irraggiungibili per organizzazioni assorbite dalla gestione ordinaria. Offre soluzioni digitali di pianificazione, budgeting e gestione della liquidità tramite un servizio di CFO in outsourcing, che consente alle PMI di accedere alle competenze di operatori finanziari esperti, e a strumenti e tecnologie di finance management, rendendole accessibili anche alle realtà più piccole.

Per Fortinet, fornitore globale di soluzioni di cybersicurezza, le imprese piccole affrontano le stesse sfide delle grandi, ma spesso con risorse inadeguate a proteggerle al meglio. Per esempio, possono far parte della catena di fornitura di società più grandi e strutturate e quindi essere chiamate a contribuire al rispetto della normativa NIS2. Fortinet risponde con soluzioni integrate, magari con l’aiuto di esperti per sceglierle e introdurle. Un esempio è quello dei firewall di nuova generazione (NGFW) FortiGate che prevedono anche un servizio di SOC-as-a-Service che monitora, rileva e analizza gli eventi che vi si verificano, offrendo alle PMI una gestione specialistica della sicurezza 24 x 7.

Per raggiungere questi clienti Fortinet si affida al canale, che oggi si evolve dalla rivendita all’erogazione di servizi gestiti particolarmente adatti alle PMI, e collabora con le associazioni di categoria per promuovere la cultura e il supporto sul territorio.

Sono sicuramente migliaia gli esempi di imprese dell’ecosistema che hanno successo nell’aiutare imprese medie, piccole e piccolissime ad avviare e sostenere percorsi di innovazione. Questo stesso articolo, se avesse avuto spazio, avrebbe potuto descrivere casi altrettanto significativi come ad esempio quelli di Acronis, Elemento Cloud, ESET, Netalia, SENEC, SYS-DAT Group. Forse le aziende capaci di rendere “innovabile” nel lungo termine una mPMI sono meno di quelle che servirebbero? Sicuramente ce ne sono più che a sufficienza per aiutare qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, grande o piccola, che voglia avviare un percorso di innovazione sostenibile e redditizio.


Specialista di IT Governance - Comune di Mil...