Energia sostenibile 2020 anno di svolta?
Decarbonizzazione e Pniec: l’anno nuovo inizia all’insegna della sostenibilità e della responsabilità d’impresa anche in campo energetico. Dalle tecnologie digitali (compresa la Blockchain) un serbatoio di strumenti utili.
Nell’era della transizione energetica, della digitalizzazione e dell’Internet delle Cose, l’energia diventa una risorsa da cui attingere vantaggi che vanno oltre la riduzione degli sprechi. Cresce il numero delle aziende di ogni settore e dimensione che adottano soluzioni energetiche intelligenti e si afferma un approccio olistico all’efficientamento energetico, non focalizzato sulle singole tecnologie. Cresce anche l’impegno aziendale per l’ambiente e l’aggettivo ‘sostenibile’ supera per importanza ‘innovativo’ nella comunicazione.
Meno gas serra ma non basta
In questo scenario, l’Italia ha archiviato il 2019 con un calo delle emissioni di gas serra dell’1% circa, principalmente per effetto di un mix energetico meno carbon intensive dovuto alla sostituzione del carbone con il gas nella produzione di energia elettrica. Tuttavia, in assenza di una crescita più sostenuta delle fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico ciò non basta a garantire il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale energia e clima (Pniec) e la transizione verso un’economia low carbon.
È quanto emerge dall’ultimo numero dell’Analisi del sistema energetico italiano dell’ENEA che evidenzia per i primi nove mesi dell’anno una riduzione del 3,5% della CO2 emessa dal settore elettrico per il maggior utilizzo – a parità di produzione – di gas (+15%), il minor uso di prodotti petroliferi (-10%) e, soprattutto, di carbone (-30%); nello stesso periodo, le emissioni nel settore dei trasporti e civile registrano invece un calo dello 0,5%. Complessivamente le emissioni si sono ridotte dello 0,8% in nove mesi, con la previsione di arrivare a oltre un -1% su base annua. L’Analisi rileva anche una sostanziale stabilità della produzione da rinnovabili nei primi tre trimestri dell’anno, nonostante una leggera ripresa nel terzo (+5%, rispetto allo stesso periodo 2018) con eolico e solare che compensano il calo dell’idroelettrico. Nei primi nove mesi 2019, i consumi di energia primaria sono diminuiti dell’1% circa mentre i consumi finali registrano un -0,5%.
“Il dato positivo è che nel settore termoelettrico la decarbonizzazione sta funzionando, soprattutto grazie al progressivo abbandono del carbone”, ha commentato Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi. “Tuttavia, ciò non è sufficiente ad assicurare la transizione verso un’economia low carbon, tenuto conto dei cali più modesti delle emissioni negli altri settori e dell’andamento piatto delle fonti rinnovabili che, a fine anno, resteranno presumibilmente ferme al 18% del totale dei consumi, a fronte di un obiettivo del 30% al 2030 indicato dal Pniec”.
Peggiora l’indice ISPRED
Il cammino al rallentatore verso la decarbonizzazione viene evidenziato dal nuovo peggioramento (-8% su base annua) dell’indice ISPRED elaborato da ENEA per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, sicurezza e decarbonizzazione. Ad oggi, per raggiungere gli obiettivi del Pniec, l’Italia dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra in media dell’1,7% l’anno, mentre per il 2019 si stima una riduzione intorno all’1%; inoltre, anche sul fronte prezzi, “il posizionamento internazionale del nostro Paese – ha sottolineato Gracceva – resta poco lusinghiero. I consumatori non domestici pagano le bollette elettriche più alte dell’Ue per le tre fasce più basse di consumo e anche le fasce di consumo più elevate, pur avendo una situazione migliore, pagano prezzi superiori alla media Ue. Per le famiglie, il dato è nel complesso meno negativo, intorno alla linea mediana europea (circa metà della popolazione UE paga prezzi superiori a quelli italiani), ma negli ultimi tre anni gli incrementi sono stati maggiori sia del tasso medio dei paesi dell’eurozona (3,1% contro 1,8%) sia rispetto all’inflazione (3,1% contro 0,8%)”.
Rispetto alla sicurezza del sistema energetico nazionale, l’analisi ENEA evidenzia uno scenario complessivamente favorevole per il settore del gas naturale, grazie all’eccesso di offerta sui mercati di gas naturale liquefatto (GNL). Nel terzo trimestre, infatti, la quota di GNL sulle importazioni italiane ha superato il 20%, collocandosi per la prima volta al secondo posto dietro all’import di gas naturale dalla Russia con un risultato molto positivo nella diversificazione degli approvvigionamenti; questo ha inoltre favorito il riempimento degli stoccaggi, che a inizio inverno sono su livelli record in tutta Europa, riducendo i rischi di problemi di sicurezza degli approvvigionamenti nel prossimo inverno.
L’indice di sicurezza nel settore elettrico è decisamente meno favorevole, tanto che anche il Winter Outlook di ENTSO-E, l’associazione dei gestori delle reti elettriche in Europa, indica che nel prossimo inverno la copertura dei picchi di domanda sarà garantita solo dalle importazioni e risulterà problematica in caso di significative indisponibilità di impianti di generazione o trasmissione”.
Prosumer e Blockchain
Nel futuro mercato elettrico avrà un ruolo più importante il prosumer, produttore e consumatore di energia. Nel corso del convegno annuale della FIRE si è parlato di come stanno evolvendo i sistemi di utenza alla vigilia dei recepimenti della Direttiva (UE) 2018/2001, con i temi dell’autoconsumo singolo e collettivo di fonti rinnovabili e della Direttiva (UE) 2019/944 sull’utente attivo, le Comunità dell’energia dei cittadini ed i sistemi di distribuzione chiusi.
Si è parlato anche di Blockchain e più in generale di distributed lodger e delle possibili applicazioni nel campo dell’energia e dell’efficienza energetica, per esempio lo scambio di energia e le relative micro-transazioni tra soggetti appartenenti alla stessa comunità energetica: un condominio o un sistema di ricarica di veicoli elettrici, così come delineato dalla Direttiva sulle fonti rinnovabili.
Ma che cos’è la Blockchain e perché è importante in campo energetico? La Blockchain, a cui è dedicato un capitolo nel Digital Energy report 2019 del Politecnico di Milano, è una tecnologia che permette la gestione di transazioni condivise tra più nodi di una rete, senza il bisogno di intermediari.
Dalla sua comparsa, la Blockchain ha subito sollevato un forte interesse, per i suoi ambiti applicativi in molti settori, incluso quello dell’energia. I principali vantaggi della tecnologia Blockchain includono la sicurezza, la decentralizzazione, la trasparenza, l’efficienza e la velocità: attraverso gli smart contract, viene attivato il pagamento in real-time, eliminando i costi relativi al billing e ai mancati pagamenti.
Esistono Blockchain permissionless, permissioned, e ibride, sulla base della tipologia di accesso (aperta o chiusa) e di controllo (centralizzato o diffuso).
I citati smart contract, invece, altro non sono che programmi in grado di registrare i termini di un accordo di transazione tra due o più parti all’interno di righe di codice depositate all’interno della Blockchain. Nell’ambito energy, il Politecnico di Milano ha mappato tre macro aree a cui afferiscono le applicazioni della Blockchain: Living, Mobility, Environment.
Living. La tecnologia Blockchain permette un possibile utilizzo di criptovalute basate sulla Blockchain per effettuare il pagamento dell’energia consumata, e il billing dell’energia prodotta e consumata. I possibili benefici per le utility includono la riduzione dei tempi di billing, la diminuzione del capitale circolante, e una riduzione sostanziale di mancati pagamenti (e dei relativi costi di recupero crediti). Sono prevedibili anche benefici per gli utenti finali: tramite microgrid private – se abilitate a livello di normativa – potrebbero utilizzare gli smart contract per fatturare l’erogazione.
Mobility. Anche la mobilità elettrica beneficerebbe dall’adozione della tecnologia Blockchain. La Blockchain permetterebbe di diminuire l’impatto negativo della mobilità elettrica sulla rete di trasmissione e distribuzione elettrica, abilitando la ricarica V2G/V2X.
Environment. La tecnologia Blockchain trova terreno particolarmente fertile in relazione alle applicazioni del pillar environment. La tecnologia Blockchain permette di sviluppare piattaforme decentralizzate volte ad effettuare il trading delle commodity energetiche, di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, di automatizzare il processo di emissione e di trading dei certificati verdi e di abilitare la vendita di energia elettrica P2P e la creazione di microgrid. Infine, una volta superate le limitazioni normative, l’adozione della tecnologia Blockchain favorirebbe l’aumento del numero di soggetti abilitati a fornire servizi legati alla flessibilità grazie all’aggregazione di impianti e/o microgrid in Virtual Power Plants.
Che cos’è il Pniec?
Il 18 dicembre 2019 l’Italia ha dato il via libera definitivo al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. Il Pniec, presentato ad opera dei ministeri Ambiente, Sviluppo Economico e Trasporti, persegue obiettivi di decarbonizzazione, efficienza, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività.
In termini pratici, si propone di raggiungere, al 2030:
• la copertura da fonti di energia rinnovabili (FER) di una porzione del consumo finale lordo di energia pari al 30% (in linea con l’UE), con obiettivi del 55,4% nell’elettrico, del 33% nel termico e del 21,6% nei trasporti;
• la riduzione dei consumi di energia primaria del 43% (a fronte di un obiettivo UE del 32,5%);
• la riduzione dei gas serra per i settori non ETS del 33% (superiore del 3% rispetto all’UE).
Una prima proposta di Pniec era stata inviata a Bruxelles l’8 gennaio 2019, ma il termine per la stesura e l’approvazione definitiva era il 31 dicembre, al netto del recepimento delle osservazioni della Commissione Europea. Il Piano è vincolante per l’Italia e una volta approvato da Bruxelles, non si potrà prescindere dagli obiettivi che prevede.
Blockchain in ambito Energy: possibili benefici
Migliorare il processo di billing dell’energia riducendone i tempi; diminuire il capitale circolante; ridurre il rischio delle bollette non pagate.
Sviluppare piattaforme decentralizzate volte a effettuare il trading delle commodity energetiche; incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili; automatizzare il processo di emissione e di trading dei certificati verdi e di abilitare la vendita di energia elettrica P2P e la creazione di microgrid.
Le rinnovabili diminuiranno i costi dell’energia elettrica?
Secondo stime di Elettricità Futura la risposta è sì. L’incremento di generazione rinnovabile previsto per il raggiungimento degli obiettivi del Piano energia e clima (Pniec), comprimerà i prezzi sul mercato determinando una riduzione della componente energia di 2,2 miliardi di euro al 2030 rispetto al 2017. Tale contributo andrà a compensare quasi completamente gli impatti di segno opposto in termini di aumento dei costi per le emissioni di CO2 e di aumento del fabbisogno complessivo. Se si considera inoltre come lo sviluppo delle nuove fonti rinnovabili richiederà un sostegno molto limitato nei prossimi anni (circa 1,8 miliardi di euro addizionali di oneri di sistema al 2030/32), si ottiene un beneficio netto annuo al 2030 pari a 400 milioni di euro.
Se le previsioni della principale associazione delle imprese del settore elettrico saranno confermate vedremo, a parità di costo del gas, una riduzione della spesa nazionale per energia elettrica pari a circa 3,2 miliardi di euro al 2030 e a 8,6 miliardi al 2032, per effetto anche del ridimensionamento della componente oneri di sistema indotto dall’uscita dai vecchi sistemi di incentivazione.
Professione Energy Manager
I vincitori del Premio FIRE 2019 sono gli energy manager Giovanni Silva di Gruppo Gavio, Giorgina Negro di Iveco, Claudio Palmieri di Gruppo Hera. La Federazione per l’uso razionale dell’energia ha deciso di attribuire anche due menzioni speciali a Giuseppe Rizzi di Acquedotto Pugliese e Maurizio Della Fornace dell’Agenzia Spaziale Europea in quanto public company che si sono distinte per le attività svolte.
I riconoscimenti sono stati attribuiti tenendo presente criteri come la certificazione EGE dell’energy manager, l’adozione di un sistema di gestione dell’energia, l’impiego di un sistema di monitoraggio e/o automazione esteso ai centri di consumo più significativi, la realizzazione di diversi interventi di miglioramento dell’efficienza energetica all’interno delle imprese che hanno nominato un energy manager. Giuseppe Tomassetti, vicepresidente della FIRE ha ricordato che “La figura dell’energy manager, così come si è sviluppata in Italia in questi tre decenni a partire dal 1991, ha avuto una funzione strategica per l’evoluzione dell’uso dell’energia nelle grandi imprese che abbraccia i meri aspetti di riduzione dei costi fino al divenire un canale di crescita dell’impresa in una competizione sempre più interconnessa. L’energy manager ha basicamente il compito di individuare le azioni per usare meglio l’energia, attraverso interventi di riqualificazione energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili e cogenerazione e di fare in modo che l’impresa li faccia propri. Soprattutto, se inserito nell’ambito di un sistema di gestione dell’energia (ISO 50001), l’energy manager nel tempo acquisisce anche la capacità di aiutare gli imprenditori a individuare nuove opportunità di business nell’ambito della green economy e della richiesta di prodotti e servizi a minore impatto energetico e ambientale e quella di coinvolgere i dipendenti aziendali in questa trasformazione”.