Palo Alto Networks e le sfide della sicurezza
A Milano nel corso dell’evento Ignite on Tour 2023 si è discusso di alcuni trend che stanno indirizzando in Italia il rischio cyber.
Ignite on Tour 2023 è il nome dell’evento che Palo Alto Networks, specialista in soluzioni per la sicurezza informatica, ha tenuto di recente a Milano dando alla stampa la possibilità di incontrare direttamente i suoi manager. Un’opportunità per analizzare lo scenario di riferimento di mercato e delle minacce e di come le aziende possono farvi fronte.
Ecco che Helmut Reisinger, CEO Emea e America Latina della società, ha in particolare evidenziato il posizionamento di Palo Alto Networks come leader di mercato (con il 4%), in un settore estremamente frammentato e caratterizzato da circa 3.500 operatori.
“La nostra è una realtà orientata verso una costante innovazione, anche per via delle evoluzioni che hanno visto il software ormai essere consumato nel cloud e su una moltitudine di dispositivi, in base alle necessità di ciascuna azienda. Contemporaneamente emerge il tema dell’ampia diffusione dei componenti open source (presenti nell’80% di tutto il software del mondo), che qualora contengano malware potrebbero portare a un’ampia minaccia. Terzo, esiste l’esigenza di analizzare grandi quantità di dati. Questo può essere fatto attraverso l’uso di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, tecnologie che Palo Alto Networks utilizza e mette a disposizione ormai da tempo”
Michele Lamartina, Country Manager Italia e Malta, ha invece descritto lo scenario della sicurezza informatica in Italia. “Partiamo da una visione più ampia. Siamo al ventesimo posto come digitalizzazione in Europa e ventiquattresimi come competenze tecnologiche. Con un numero di laureati in tecnologie ICT estremamente basso. E il budget dedicato alla cybersecurity è appena lo 0,1% del PIL. Qualche segnale positivo tuttavia c’è, come la creazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e il fatto che una quota dei fondi del PNRR, seppure minima, viene indirizzata su questo tema. Manca però una spinta importante da parte della politica, quando sempre di più le aziende lo posizionano invece tra i temi prioritari, non più relegato alle sole figure tecnologiche. Questo considerato anche l’impatto business di un possibile attacco. Il tutto mentre si osservano sempre più azioni contro i sistemi OT, un fronte particolarmente critico in Italia dove la dorsale imprenditoriale è formata da PMI e manifatturiero.”
Infine Umberto Pirovano, Senior Manager Systems Engineering, ha aggiunto che siamo di fronte a una trasformazione digitale che non è solo tattica ma anche strategica. E che la consapevolezza del rischio è cresciuta ma manca un indirizzo uniforme sulle modalità per controllarlo.
“Nelle realtà più grandi la consapevolezza si è evoluta anche grazie a lavoro fatto dagli operatori di mercato e alla presenza di sistemi di auditing che percepiscono i rischi di business legati a quello cyber. Diversa la situazione nelle PMI dove permane il tema tecnologico come priorità. In tutto questo gli ambienti IT/OT sono particolarmente complessi da indirizzare, toccando ambiti disgiunti, e con la presenza di piattaforme multitecnologiche che creano quantità enormi di dati che vanno analizzate. Ecco che noi affianchiamo le grandi piattaforme software driven, integrandoci e coprendo tale scenario in modalità end-to-end. Servendoci ad esempio del machine learning per identificare anomalie comportamentali sul traffico di rete e l’intelligenza artificiale per intervenire in modo predittivo, nonché per profilare immediatamente i nuovi componenti dell’infrastruttura suggerendo la postura più idonea a fini di sicurezza.”