NFON Italia: quattro anni vissuti di corsa
La filiale italiana del vendor tedesco di soluzioni cloud per la comunicazione aziendale continua la sua crescita governando una domanda sempre più flessibile e articolata.
A quattro anni dall’apertura della filiale italiana il bilancio di NFON, vendor tedesco di soluzioni cloud per la comunicazione aziendale, è più che positivo sia per l’azienda in generale che per l’ufficio aperto nel nostro Paese a fine marzo del 2019. Un dato più di tanti altri marca questo successo: se all’apertura la filiale italiana era costituita da quattro persone, a quattro anni di distanza oggi il personale di NFON Italia conta 22 professionisti. Non solo, a testimonianza del fatto che i risultati di NFON Italia sono diventati delle ‘best practice’ per tutta la corporation, i manager della filiale italiana sono diventati dei punti di riferimento a livello internazionale per la multinazionale tedesca.
Marco Pasculli, fino all’anno scorso country manager per l’Italia, è diventato vice presidente con la responsabilità delle ‘Revenue Operations’ di tutto il Gruppo NFON; mentre Paolo Fortuna arrivato l’anno scorso in azienda per guidare NFON Italia, a dodici mesi di distanza è diventato responsabile dei mercati Francia e Iberia.
Ma vediamo concretamente i risultati del 2022 recentemente annunciati: NFON, nata in Germania nel 2007 e attualmente presente in soli 15 Paesi, l’anno scorso ha registrato ricavi in crescita dell’8,3% raggiungendo un fatturato di 73,6 milioni di euro; le postazioni gestite a fine 2022 erano 634.300, per circa 50.000 clienti, e anch’esse risultano in crescita dell’8% e le installazioni coprono aziende di ogni tipologia e dimensione: dalle 2 alle 9.000 postazioni gestite. Infine, il 91,1% delle entrate sono ricorrenti poiché legate ai contratti di servizio caratteristici dell’offerta cloud.
Come è andata e previsioni per l’Italia
Ma come sono stati concretamente questi anni? Così risponde Pasculli: “Sono stati quattro anni uno diverso dall’altro, a testimonianza del fatto che la domanda del mercato italiano è sempre più caratterizzata da una forte flessibilità. Nel 2019 parlare di cloud al mercato italiano era piuttosto pioneristico e abbiamo perciò fatto molta formazione per far comprendere a clienti e partner il valore di questa offerta. Nel 2020, con il lavoro da casa, lo scenario è cambiato di 180 gradi: tutte le aziende hanno chiesto la telefonia in cloud. A fine 2020 e inizio 2021 la domanda è cresciuta richiedendo uno strumento solo che al suo interno contenesse tutte le opzioni di comunicazione e, nello specifico c’è stata una forte richiesta per l’integrazione con Microsoft Teams. Nel 2022 invece, la domanda oltre a nuove funzionalità di Unified Collaboration si è indirizzata verso l’integrazione con il mondo CRM”.
Va da sé che tutti questi cambiamenti sono stati supportati da NFON con il continuo rilascio di innovazioni: “Un fattore determinante del nostro successo è stato, oltre all’integrazione con Microsoft Teams, anche la possibilità di gestire in modo integrato con tutti gli altri canali le comunicazioni via WhatsApp con la clientela”, racconta Pasculli.
E per il 2023? “Anche quest’anno dobbiamo affrontare nuove sfide, la spinta verso il CRM è molto forte e le aziende stanno ripensando in modo radicale tutte le loro infrastrutture di contact center. Nonostante la fine della pandemia la domanda di soluzioni cloud continua a crescere, ma con tassi inferiori rispetto agli anni scorsi”.
E per quanto riguarda l’Italia?: Risponde Fortuna: “Stiamo estendendo la nostra offerta grazie al canale. Abbiamo 74 partner di cui il 72% sono dealer, il 9% ‘wholesales’ (fatturano direttamente loro ai clienti) e solo il 19% commercial, ossia ci segnalano delle opportunità commerciali. Non facciamo la corsa a gonfiare il numero di partner, ricerchiamo aziende con competenze anche applicative, oltre che di telefonia e networking, e in ogni caso ci stiamo rafforzando in regioni come Puglia, Campania e Lazio”.
Infine, di recente, la filiale italiana di NFON ha lanciato per i partner un servizio di ‘deal registration’ a salvaguardia del loro business che è stato molto apprezzato.