Western Digital, dal silicio al sistema
Ottimizzare lo storage in base al contesto e alle applicazioni.
Conclusa con successo, nel 2018, l’integrazione tra Western Digital, SanDisk e HGST (ex-Hitachi Global Storage Technologies), oggi Western Digital è il maggiore produttore di hard disk a livello globale, con una quota intorno al 40% e, grazie alla partnership con Kyoxia, uno dei protagonisti nel mercato di dischi allo stato solido (SSD). “Oggi la nostra offerta è estremamente ampia e variegata, in grado di venire incontro a qualsiasi tipo di esigenza”, assicura Davide Villa, Director Business Development EMEAI della società. “Lo storage, del resto, non è mai stato così importante visto che è fulcro attorno a cui ruota la gestione della crescente mole di dati che qualunque organizzazione è chiamata a governare”.
Per ‘mettere ordine’ nel suo portfolio la società ha scelto di segmentarlo utilizzando i colori. Per le soluzioni mainstream, indirizzate prevalentemente al mercato consumer, è stata creata la famiglia Green, che diventa Blue man mano che aumentano capacità e performance. Si passa poi alla famiglia Red, particolarmente adatta al mercato dei NAS, per arrivare alle famiglie Black, che indirizza il mercato del Gaming e Purple per la videosorveglianza, e a quella Gold, sviluppata specificamente per il mondo Enterprise, sulla quale si stanno concentrando attualmente i maggiori investimenti.
“È una segmentazione che hanno gradito sia gli utenti finali che i nostri partner di canale”, sottolinea Villa. “In questo modo, infatti, è più facile individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze e/o a quelle dei propri clienti, tenuto conto che le tecnologie e gli standard legati sia al mondo flash che a quello SSD sono in continua evoluzione”. Proprio per questo Western Digital investe in maniera sempre più consistente anche sul fronte della formazione, per illustrare in dettaglio le peculiarità delle tecnologie che porta sul mercato.
Innovazione continua
L’offerta Western Digital spazia dal silicio, ovvero la flash NAND, ai controller sino ad arrivare, grazie alle sue Jbod (Just a Bunch of Disk) alle piattaforme, e quindi ai sistemi. “In questo modo”, puntualizza Villa, “siamo in grado di ottimizzare costi e prestazione, grazie anche a innovazioni proprietarie in grado di ridurre al minimo le vibrazioni meccaniche e la dissipazione di calore, due delle maggiore criticità che il mondo dello storage ha sempre dovuto affrontare”. Fortemente impegnata sul fronte della ricerca e dello sviluppo, le ultime novità sono rappresentate dai nuovi HDD da 18 e 20TB, i primi basati su tecnologia CMR (Conventional Magnetic Recording), i secondi sull’emergente tecnologia SMR (Shingle Magnetic Recording), una delle più promettenti per il prossimo futuro.