Serve aggiungere soggetti al tavolo dell’efficienza energetica
C’è un gap di mercato nei confronti dei non energivori che chiedono soluzioni digitali pronte all’uso
“Un game changer è stato il decreto legislativo 102/2014 che ha reso obbligatoria la diagnosi energetica per una platea di soggetti. All’interno di questo scenario, nel solo 2019 abbiamo svolto più di 300 diagnosi notando però in molti casi un approccio conservativo, limitato cioè alla gestione dell’obbligo. Si tratta ovviamente di un approccio deteriore perché non va a generare quelle leve di competitività che invece si generano quando il cliente metabolizza un approccio di gestione sistemica dell’energia.
La cornice metodologica della ISO 50001 è molto utile perché aiuta a spiegare i vantaggi dell’efficienza energetica anche attraverso l’integrazione di più competenze. Posto che l’energy manager è spesso un ministro senza portafoglio, aggiungere soggetti al tavolo dell’efficienza energetica produce effetti positivi con percentuali interessanti nei risultati.
Nelle aziende energivore, dove di norma ci confrontiamo con un interlocutore tecnico, la difficoltà è trasmettere al top management la vera leva di competitività che si va a generare. Efficace in questi casi l’approccio top down, cercando la sensibilità dei vertici aziendali oltre che delle figure sulla linea.
Vediamo però anche aziende che approcciano per la prima volta l’efficienza energetica e vogliono soluzioni facili, digitali, pronte all’uso, senza passaggi di analisi interna. Si tratta in genere delle pmi non energivore, i soggetti non obbligati alla diagnosi per intenderci, ed è qui che notiamo un gap di mercato nella possibilità di misurare il valore dell’informazione generata”.